Secondo
questo articolo “gli esperti dicono che i branchi di lupi
stabili e strutturati tendono a nutrirsi prevalentemente di ungulati
selvatici (soprattutto cinghiale e capriolo), mentre gli individui
singoli tendono a preferire gli animali domestici. Ogni attività di
selezione e abbattimento tende invece a destrutturare i branchi con
il risultato contrario a quello sperato: i lupi si disperdono sul
territorio, non uccidono cinghiali e ungulati ma preferiscono animali
domestici. Per evitare uccisioni di pecore e gravi danni ai pastori,
basterebbe dotare i pastori di cani addestrati e recinzioni
elettriche, e lasciar uniti i branchi”. La scienza dice così,
i cacciatori rappresentanti atavici degli uomini primitivi
dicono............. (immaginate le cose intelligenti che possono dire
a sostegno della caccia).
Il covo è un luogo immaginario, una locanda dove Jack propone ai suoi amici e ai suoi avventori la birra che produce. Un luogo di incontro e confronto davanti ad una buona birra artigianale (fino a qualche anno fa).
martedì 31 gennaio 2017
3958. Aumentano impegni e costi delle missioni militari italiane (sic!)
Aumenta
l’impegno militare italiano in Libia, con costi triplicati e
scenari sempre più incerti, e quello nelle missioni Nato in funzione
anti Russia lungo la nuova “cortina di ferro” che corre dal
Baltico al Mar Nero. Raddoppiano gli stanziamenti per le missioni in
Turchia e triplicano quelli per le operazioni dei servizi segreti.
3957. Auschwitz-Birkenau era un campo di concentramento nazista realizzato in territorio polacco
Sembrerebbe
un'affermazione lapalissiana, eppure l’Istituto per la memoria
nazionale polacco ha compiuto una straordinaria ricerca e presto
pubblicherà un lungo elenco con 10mila nomi di ex SS o guardiani di
corpi militari o paramilitari tedeschi o di paesi allora alleati o
satelliti del Terzo Reich. Per non dimenticare che si tratta di
tedeschi o loro alleati e non polacchi. Forse era necessaria questa
precisazione (sic!).
lunedì 30 gennaio 2017
3956. Che fine fanno gli aiuti al cosiddetto terzo mondo?
Circa
l’80percento delle somme stanziate finanzia il funzionamento delle
strutture oppure si perde per strada per quella che i professionisti
del settore chiamano con tristezza la “volatilità”: la
corruzione o la non disponibilità ad abbassare il proprio tenore di
vita. Dispiace e fa rabbia pensare che mentre le persone muoiono c'è
chi accaparra e vive bene.
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sabato 28 gennaio 2017
3955. Forse Trump potrebbe fare qualcosa di utile
Nel giorno
della sua prima visita al Pentagono, il segretario alla Difesa James
Mattis ha ordinato di riesaminare il capitolo F-35. Peccato che la
questione non verta su temi pacifisti, ma su costi e prestazioni, per
cui nulla di nuovo all'orizzonte (sic!). Anzi, se la pensa come il Muro, è capace di farceli pagare il doppio e gli italiani ben zitti.
3954. Quel mistero misterioso chiamato RNG
Il motore
delle VLT si chiama Random Number Generator (RNG) ed è il chip che
si occupa di “generare il caso”. Di questo oggetto si conosce
solo l'esistenza, il funzionamento è coperto dal segreto
industriale. Così il giocatore ignora e le lobby continuano a fare
soldi.
giovedì 26 gennaio 2017
3953. Sono passati vent'anni, ma le cose sono cambiate in Islanda
Nel 1998 i
teenager dell'isola che esageravano con alcol e sostanze erano il
48percento, oggi sono solo il 5percento. Merito di un lungo lavoro,
che ha coinvolto anche le famiglie e la scuola, così sono diventati
gli adolescenti dallo stile di vita più sano in Europa. Dove c'è un
progetto sensato e la volontà politica, ecco che con il tempo le
cose migliorano vistosamente.
mercoledì 25 gennaio 2017
3952. Di questa notizia si sentiva proprio il bisogno!
Intanto su
La Stampa ci ricordano che finalmente è uscito il 53 sulla ruota
Nazionale, un centenario che ha fatto la storia! Avevamo proprio
bisogno di questa bella notizia............
martedì 24 gennaio 2017
3951. La salute e l'economia decisa da un giudice amministrativo
Il Comune
di Torino, dopo l'ordinanza del Consiglio di Stato, ha sospeso la
normativa che limitava l'orario di funzionamento di slot e VLT, in
attesa del pronunciamento del Tar del Piemonte. Così mentre si
aspetta torna tutto come prima, già da ieri, così mi è stato
raccontato. Le casse si riempiono ed è l'unica cosa importante
(sic!).
3950. Ai giovani piace molto il gioco d'azzardo
L’Osservatorio
“Young Millennials Monitor - Giovani e Gioco d’Azzardo” di
Nomisma-Unipol in collaborazione con Università di Bologna ha fatto
un interessante ricerca con alcuni dati su cui occorrerebbe fare
almeno una riflessione. Nel corso del 2016, il 49percento dei
giovani studenti italiani ha tentato la fortuna almeno una volta,
rispetto al 54percento dell’anno precedente. Il 5percento degli
studenti italiani ha un rapporto problematico con il gioco d’azzardo.
Un ulteriore 9percento invece può essere considerato a rischio
rispetto alla probabilità di sviluppare comportamenti di gioco
problematici. Per contro, il 33percento degli studenti, pur giocando,
non evidenzia alcuna problematicità ed ha un rapporto con il gioco
che non appare disfunzionale.
3949. Pillole a pioggia nelle carceri italiane
Una
pioggia di pillole colorate si riversa tutti i giorni sui detenuti
italiani. Un’indagine dell’Agenzia regionale della sanità
Toscana ha coinvolto 57 strutture detentive (il 30percento di quelle
italiane), cinque regioni (Toscana, Lazio, Umbria, Veneto, Liguria) e
Asl di Salerno. Nella ricerca spicca così un dato: il 46percento dei
farmaci prescritti sono psicofarmaci. La quasi totalità di questi
appartiene al gruppo di molecole che agisce sul sistema nervoso, con
gli ansiolitici (37,8percento del totale) a fare la parte del leone.
Percentuale che sale vertiginosamente se si considera la fascia d’età
18-29 anni.
lunedì 23 gennaio 2017
3948. Il mio post pubblicato su Lo Spiffero
sabato 21 gennaio 2017
3947. Di orari, slot machine e Consiglio di Stato
Lavoro da
ormai dieci anni come educatore professionale per aiutare i giocatori
d'azzardo patologici a smettere e dedicare le loro energie a qualcosa
di più vitale e piacevole. Spesso mi è capitato in questi ultimi
mesi di sentirli commentare positivamente l'iniziativa del Comune di
Torino, come da legge regionale, di limitare gli orari di accensione
delle slot e delle VLT. Poteva capitare che avessero voglia e con
qualche decina di euro in tasca volessero andare a giocare, peccato
che le trovavano spente, così tornavano a casa in qualche modo
contenti, perché non avevano giocato e perché le Istituzioni li
avevano aiutati a fare qualcosa che qualche volta non possono
controllare. Non si tratta solo di una questione di volontà, ma il
giocatore proprio non può fare a meno di mettere denaro in quelle
macchinette, ben sapendo che spesso non vincerà. Quando parlo con
loro spesso gli rimando che sono comunque responsabili delle loro
azioni ma soprattutto dell'impegno che hanno nei loro confronti e nei
confronti delle persone che gli vogliono bene, di smettere di giocare
d'azzardo. Alcune volte ci riescono, altre no. Con il tempo le cose
migliorano e anche nelle famiglie si torna a respirare un'aria
migliore, ma non tutte le storie finiscono bene, perché alcuni
compiono omicidi oppure si tolgono la vita. Anche questa è la realtà
che baristi, tabaccai, gestori di sale slot, Concessionarie e governi
vari hanno contribuito a creare. Non ci si può tirare indietro e
dire che è un problema del singolo, una sua debolezza e che nessuno
è responsabile perché le macchinette sono lì, a disposizione di
chi le vuole. Ogni slot è disegnata per tenere il giocatore il più
a lungo possibile attaccato al suo schermo, fintanto che le tasche
non sono vuote. In cambio promette una ipotetica vincita in denaro e
tanta felicità. Non possiamo far finta che non sia la realtà.
Estrarre valore dai giocatori è la principale preoccupazione di
questa industria. Obiettivo legittimo, visto con gli occhi
dell'imprenditore. Molto meno visto con gli occhi dell'educatore. Ora
ognuno è libero di compiere gli atti che più gli si addicono, ma se
un numero di baristi, tabaccai e gestori di sale iniziasse a farsi
delle domande, e alcuni lo hanno già fatto, sul come creano la loro
più o meno grande ricchezza, si tornerebbe a pensare alle persone
come a delle persone, non a degli oggetti da cui estrarre valore,
costi quel che costi.
Infine
due parole sui numeri. Notizie giornalistiche riportano che il
provvedimento comunale è stato sospeso dal Consiglio di Stato perché
è un fenomeno che non è fuori controllo, perché secondo chi ha
presentato il ricorso riguarda un numero infinitesimo di torinesi, lo
0,03percento. Se contiamo che nel capoluogo piemontese vivono
900mila persona, anche se sono un po' meno, il calcolo porta a 270
persone. Da dove venga questo esiguo numerino posso anche
immaginarlo, cioè alle persone che si rivolgono ai Servizi per le
Dipendenze torinesi, anche se nel 2014 erano 316
e negli anni sono aumentate. Nella Relazione al Parlamento sui dati
relativi allo stato delle tossicodipendenze in Italia 2015 è scritto
che i giocatori problematici e a rischio di gioco patologico sono
pari al 2,1percento e i giocatori d'azzardo patologici sono pari
all'1,9percento. Chissà come mai non sono stati usati questi numeri,
che fanno dire che ci sono almeno 17mila persone che hanno seri
problemi con il gioco d'azzardo a
Torino.
Ma il punto è che non esistono solo questi servizi per prendersi
cura del gioco d'azzardo patologico, ma sopratutto non si può far
discendere sempre tutto da un mero calcolo economico, così come non
trovo etico e morale non fare ricerca scientifica per patologie che
colpiscono pochissime persone. Eppure
queste persone meriterebbero almeno una speranza
che
un giorno venga trovata una cura, ma nessuno ahimè investe per
curare poche persone. Una soluzione che trovo aberrante, sopratutto
quando si leggono i fatturati di BigPharma e i guadagni dei loro CEO.
mercoledì 18 gennaio 2017
3946. Annoiarsi un po' non farebbe così male
Interessante
articolo, molto ben documentato, che racconta come nell’arco di 13
anni la soglia media di attenzione dei soggetti osservati si è
ridotta di un terzo, passando da dodici a otto secondi, mentre un pesce rosso ne ha ben 9!. In pratica
diminuisce la capacità di stare concentrati più a lungo e in
parallelo cresce la ricerca di stimoli nuovi. Dietro a questo c'è il
mondo mercantile, sempre assetato di denaro da drenare dalle tasche
dei consumatori, che vanno continuamente stimolati all'acquisto. Il
rischio nel lungo termine è un disorientamento esistenziale
profondo, ma questo non è un problema loro. Unica soluzione
annoiarsi un po' e vivere un po' meglio.
martedì 17 gennaio 2017
3945. L'incomprensibile caccia a balene ed altri animali
L'unico
modo di far smettere la caccia sarebbe quella di non mangiare più
carne di balena o di altri animali, troppi, cacciati per denaro ed
ego. Se per la carne di balena sembrerebbe più facile evitarne la
commercializzazione, per il resto però trovo difficile applicare
quella soluzione. Di solito i cacciatori si muovono in branco,
festeggiano in branco e mangiano in branco. Non specifico di che tipo
di branco 'sto parlando!
lunedì 16 gennaio 2017
3944. Uomini che uccidono e poi vanno a giocare alle slot
Quando
capitano due fatti di cronaca nera, ahimè molto simili nel giro di
qualche giorno, mi colpiscono le tristi similitudini. Infatti
entrambi gli uomini, dopo aver ucciso moglie ed amica, hanno passato
del tempo a giocare alle slot, che ti domandi come mai una persona
che ha appena tolto la vita ad un'altra e che presumibilmente finirà
in carcere, non tenti di scappare il più lontano possibile. Si
immerge nella realtà di tutti i giorni e cosa spera, di dimenticare,
di mimetizzarsi oppure di nascondere agli altri e a se stesso il
fatto, visto che tutto dopo è tornato “normale”?
domenica 15 gennaio 2017
3943. Risposta dell'onorevole Vanna Iori
Ed eccovi la risposta, che per me non era proprio scontata, alla mia mail. Una risposta sui generis, ma va bene così.
Tutte queste situazioni saranno oggetto di modifiche al Senato
Cordiali saluti
Vanna Iori
3942. Lettera all'onorevole Vanna Iori
Le scrivo
in merito al disegno di legge sugli educatori professionali. Quale
prima firmataria mi è sembrato doveroso almeno scriverle qualche
considerazione in merito alla nuova normativa, di cui c'è
sicuramente bisogno.
Ho
iniziato a fare l'educatore senza titolo nel 1997, poi mi sono
riqualificato alla scuola educatori di Cuneo per tre anni. Nel mentre
è uscito il decreto che istituiva il percorso universitario
sanitario. Una volta diplomato, essendo il titolo poco utile se non
inutile, mi sono iscritto a quello che è stato definito un percorso
abbreviato all'Università di Torino e dopo 4 anni di attesa sono
riuscito ad iscrivermi, vedendomi riconosciuti 120 crediti. Lavorando
sono riuscito infine a laurearmi nel 2008 e pensavo proprio di non
dovermi più preoccupare dei titoli accademici per lavorare. Scelsi quel tipo di corso,
molto più impegnativo vista la frequenza obbligatoria ed altre
fatiche, perché mi garantiva di poter lavorare nei tanti settori che
l'educatore può occupare. Se fosse stato diverso, avrei certamente
frequentato Scienze dell'educazione. Ora le cose cambiano nuovamente
e non basta scrivere nella legge che le Università si impegnano a
riconoscere il maggior numero di crediti per ottenere anche l'altra
laurea. Ma si è mai visto che per lavorare occorrono due lauree in
pratica uguali? Le sembra sensato? Giustamente la Legge si preoccupa
dei tanti, troppo educatori senza titolo che in questi vent'anni non
ne hanno proprio voluto sapere di iscriversi e prendere un titolo e
li “premia” con una bella sanatoria senza neanche un esame o una
mini tesina. Intanto chi si è preoccupato e fatto sacrifici deve
rincorrere le normative e adeguarsi. Le sembra equo?
Inoltre
l'area di lavoro dell'educatore socio-pedagogico è enorme, mentre
per quello socio-sanitario rimangono le briciole. Addirittura
l'educatore socio-pedagogico può inserirsi nel socio-sanitario,
ovviamente solo per gli aspetti socio-educativi. Ma si rende conto
della sovrapposizione? Certo che se c'è la volontà di lasciare il
campo a una sola figura, cosa ottima, sarebbe stato meglio farlo in
maniera più limpida. Prevedo per il futuro uno svuotamento del corso
sanitario, anche perché quando bandiranno un concorso in sanità,
quando lo bandiranno, potranno sempre fare leva su quella fantastica
definizione. Cosa può impedire a un educatore socio-pedagogico di
lavorare nel settore delle Dipendenze o in Psichiatria?
Per
rendere giustizia al sottoscritto e ai tanti studenti iscritti ad
educazione professionale, sarebbe giusto che si abbia la doppia
laurea, in modo da poter lavorare nel socio-assistenziale come oggi.
Dopo l'approvazione della legge, gli studenti potranno scegliere con
cognizione di causa, sapendo bene dove il loro titolo è
riconosciuto. Farlo in maniera retroattiva lo trovo profondamente
scorretto e questo non dovrebbe capitare.
Mi auguro
che legga queste riflessioni e le auguro un buon lavoro.
Risponderà?
3941. Quanti sono i giocatori d'azzardo patologici in Italia?
Nella
Relazione al Parlamento sui dati relativi allo stato
delle
tossicodipendenze in Italia 2015 ci sono dei dati interessanti. Visto
che mancano degli studi precisi su quante persone hanno un problema
serio con il gioco d'azzardo, nelle tante pagine si trovano queste
utili parole.
“La
valutazione del comportamento di gioco, per i soggetti che hanno
riposto indicando la
partecipazione negli ultimi 12 mesi ad almeno
uno dei giochi elencati, è stato valutato attraverso il
calcolo di
un indice di gravità. Questo è stato stimato tramite la
somministrazione della versione
italiana validata del questionario
South Oaks Gambling Screen (SOGS). Utilizzando questa scala
di
misura, è stato possibile identificare una quota di giocatori
problematici e a rischio di
gioco patologico pari al 2,1percento ed
una quota di giocatori d'azzardo patologici pari all'1,9percento. Si
stima, quindi, che circa il 4percento dei giocatori rispondenti di
18-64 anni abbia un approccio
problematico o addirittura patologico
al gioco d‟azzardo, manifestato nei 12 mesi precedenti
l'intervista. Si registra, inoltre, una significativa associazione
tra tipologia di giocatore e uso di
sostanze stupefacenti consumate
nei 12 mesi precedenti l'indagine”.
Se sono 37
milioni le persone (conteggio molto approssimativo) in quella fascia
d'età, risulta allora che almeno 700mila italiani siano giocatori
d'azzardo patologici ed altrettanti siano problematici.
sabato 14 gennaio 2017
3940. L'epoca delle passioni tristi
Miguel
Benasayag e Gèrard Schmit pubblicano in Italia nel 2004 questo
interessante saggio, ancora molto attuale. Scritto da due
psicoanalisti francesi, affronta il tema della cura psichiatrica,
attraverso nuovi paradigmi, che vanno oltre il farmaco e la cura del
disturbo. Utile l'analisi della società e delle sue caratteristiche,
tanto negative che i due autori invitano a resistere ed essere
creativi, per non finire normalizzati.
Come
fare per evitare che la persona in difficoltà si ritrovi nella
triste situazione in cui non è più nient'altro che un'etichetta, un
insieme di sintomi? In questo senso, la direzione della cura è
un'ipotesi di lavoro che implica la resistenza alla visione
normalizzatrice di una certa clinica psichiatrica. È importante
introdurre un momento di riflessione che ci consenta di passare dalla
domanda normalizzata “Cosa capita a questo bambino?” a quella che
ci si pone con lui e la sua famiglia: “Perché questo bambino è
stato condotto da noi?”.
giovedì 12 gennaio 2017
3939. All'orizzonte, in Piemonte, un referendum sulla riorganizzazione ospedaliera
Mercoledì
prossimo verranno presentate alla presidenza del Consiglio regionale
le oltre 1500 firme (oltre il doppio di quelle necessarie) per
depositare la richiesta di indizione delle urne. Altre firme, non
meno di 60mila, serviranno dopo il vaglio dell’ufficio di
presidenza per ammettere il quesito, affinché la consultazione
popolare debba essere indetta. I No trionferanno?
mercoledì 11 gennaio 2017
3938. Gli analfabeti funzionali
Quasi
l'80percento degli italiani è incapace di ricostruire ciò che hanno
appena ascoltato, letto, o guardato in tv e sul computer. Gli sfugge
la complessità della realtà, così colgono soltanto barlumi, segni
netti ma semplici, lampi di parole e di significati privi tuttavia di
organizzazione logica, razionale, riflessiva. Perché "perdere" tempo per capire quello che ci circonda, quando i bisogni sono altri? Fare soldi, riempirsi la panza, trombare e dire agli altri che sono dei ladri mentre si sta rubando (sic!).
martedì 10 gennaio 2017
3937. Il medico non è un mestiere al femminile
Almeno in
Italia non è proprio lineare il percorso per una donna di diventare
un medico, di fare carriera e di vivere serenamente la propria
identità di genere. Secondo la quinta indagine dedicata alle
problematiche di genere nelle realtà sanitarie condotta dai Giovani
dell’associazione di medici e dirigenti del sistema sanitario
nazionale Anaao Assomed la situazione è allarmante. L’80percento
dei camici bianchi di sesso femminile afferma di essere stata
svantaggiata rispetto ai colleghi uomini, il 55,6percento l’aver
avuto figli ha influenzato il percorso professionale e il 38percento
ha ricevuto avances. Evviva!
domenica 8 gennaio 2017
3936. L'eroina non ha mai smesso di essere usata
Le
sostanze stupefacenti sono sempre quelle e da decenni si alternano
sul podio di quella più usata. Ci sono andate e ritorni o modalità
d'assunzione che cambiano nel tempo, dove il consumatore intravede un
modo meno devastante per farsi, ma l'obiettivo è sempre la ricerca
del piacere. Così è anche per l'eroina, che non è mai “sparita”
dall'orizzonte, ma che torna sulla piazza, con costi minori e maggior
disponibilità. Intanto i ragazzini non la conoscono bene come i loro
genitori, così non ci sono particolari remore per provarla e il
gioco per gli spacciatori e le mafie è fatto.
sabato 7 gennaio 2017
3935. Infermieri tuttofare
Mette
molta tristezza leggere di infermieri che di notte prendono scope e
stracci per tenere tutto pulito. Non che sia indegno, ma
difficilmente vedrò un impiegato di una qualsiasi azienda passare
ore e ore a pulire il pavimento o togliere la polvere. Ecco dove
siamo arrivati anche con i lavoratori sanitari. Quando chi fa la commessa farà il medico?
venerdì 6 gennaio 2017
3933. W la Croazia!
3932. Un “muro” è caduto ma tanti altri sono stati costruiti
Oggi nel
mondo ci sono più di 70 muri di confine, dalla barriera ungherese
contro i migranti, al filo spinato indiano, alla linea di confine tra
Corea del Nord e Corea del Sud. Mai così tanti, ma la crescita del
numero dei muri di confine è un fenomeno recente. Negli ultimi
trent’anni il numero è quadruplicato e negli ultimi cinque è
cresciuto esponenzialmente.
3931. Una Milano da pippare
Un
articolo ben scritto, che racconta come Milano non sia solo la
capitale del consumo di cocaina, eroina ed altre sostanze sintetiche,
ma sia anche un hub, un collettore per grandi quantità, una città
in perenne ricerca di sballo chimico.
mercoledì 4 gennaio 2017
martedì 3 gennaio 2017
3929. Siamo nel dopo la democrazia
Interessante
articolo che interroga e si interroga che sistemi politici ci
attendono, facendo intendere che il pessimismo incombe tra modelli
del passato, la perdita di potere sul territorio con la
globalizzazione e internet.
domenica 1 gennaio 2017
3928. La fatica di diventare grandi
Marco Aime
e Gustavo Pietropolli Charmet pubblicano nel 2014 questo interessante
saggio, dal sottotitolo: la scomparsa dei riti di passaggio.
Nella
prima parte viene approfondito il tema dell'utilità dei rituali di
passaggio e di come oggi siano poche le occasioni ufficiali dove un
adolescente può ritualizzare e certificare il passaggio all'età
adulta. Nascere e crescere in una società liquida non ha certo
facilitato questa importante occasione evolutiva, anzi ne ha ridotto
il numero e per certi versi anche l'importanza. Nella seconda parte
si approfondisce il discorso rivolto agli adolescenti e si ipotizzano
dei percorsi, più che delle soluzioni. L'impressione che ho è che
gli adulti abbiano smesso di fare gli educatori, convinti che i loro
figli non avessero bisogno di regole ma che fossero in grado di
autoregolarsi, anche perché il futuro che l'osservazione di
determinare regole può garantire è quantomeno incerto.
3927. Pronto soccorso torinesi intasati
Nuovamente
le situazioni di emergenza, anche se non sempre lo sono, stanno
mettendo a dura prova le già precarie strutture ospedaliere torinesi.
In questo articolo è ben chiaro che a soffrire dei tagli e delle
tante riorganizzazioni sono un po' tutti gli ospedali torinesi.
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