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mercoledì 30 novembre 2011

426. I videopoker non fanno bene alla salute


Un paio di notizie legate alle “macchinette” dall’ANSA.

Il pm Andrea Padalino ha richiesto pene da un anno e mezzo a sedici anni e mezzo per otto imputati, accusati di associazione per delinquere, estorsione e violenza sessuale, persone presunte componenti di una banda che imponeva videopoker truccati a esercizi commerciali del Torinese. Fra gli imputati vi sono anche due militari della Guardia di finanza per dei fatti che risalgono al 2008 e 2009.

Ha vinto 150 euro al videopoker e si è lamentato col barista per la mancata erogazione della somma, ma invece di ricevere il denaro è stato malmenato e derubato dallo stesso barista e da un suo amico, arrestati poi dai Carabinieri. La vittima è un marocchino di 31 anni al quale il gestore di un chiosco di Torino, Michele Zoda, 46 anni, e Maurizio Russo, 39 anni, hanno sottratto il portafoglio, il giubbotto e il cellulare prima di essere fermati dai militari, chiamati dalla vittima che era riuscita a fuggire.

425. L’arte di arrangiarsi


L’Italia non è solo un paese di poeti e di navigatori, ma è anche il paese del “volemose bene” e dell’arrangiarsi. Per questo la crisi tutto sommato non ci spaventa, perché alla fine tutti o quasi trovano un bel lavoro in nero per arrotondare il taglio dello stipendio o le magre pensioni. In questo articolo di La Repubblica, la giornalista Agnese Ananasso racconta l’avventura di parecchi pensionati alle prese con la pensione che non basta mai e i mille espedienti per “tirare a campà”.

424. Monferino e i favori ai “privati”


Interessante denuncia dell’Assasi, associazione di alcuni ospedali privati piemontesi, che è stata esclusa dal balletto degli accordi della sanità privata, rimettendoci. Facendo un po’ di conti, il taglio del 10% nei prossimi due anni dei costi andrà a colpire alcuni, ma altri passeranno indenni dalla stretta economica imposta dal piano di rientro.
Secondo quanto si vocifera, dai prossimi incontri potrebbe scaturire una transazione sull’accordo già siglato a maggio, che sa tanto di inciucio, nell’ambito del quale chi ha fatto produzione in eccesso, sforando il budget massimo imposto da piazza Castello, verrà compensato l’anno seguente. Insomma: “regole a uso e consumo di chi siede al tavolo da gioco, agli altri non resta che ingoiare il rospo” commenta la presidente dell'associazione Letizia Baracchi.



423. Chiuse le indagini del primo scandalo sanità della giunta Cota


Sono avviate a conclusione le indagini che hanno coinvolto una decina di persone, tra cui l’e assessore Ferrero, per turbativa d'asta e altre presunte irregolarità. Chissà se verranno tutti assolti oppure qualcuno rimarrà con il cerino in mano?

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martedì 29 novembre 2011

422. L’ospedale torinese Amedeo di Savoia chiude?


Giovedì il comitato “Che fine ha fatto il nuovo Amedeo di Savoia” ha organizzato alle ore 11 in Piazza Castello n. 165 a Torino, un presidio allo scopo di affermare che nessuna decisione sul futuro dell’ospedale Amedeo di Savoia possa essere presa senza un confronto con le associazioni dei pazienti, oltre che dei medici e degli infermieri che in quell’Ospedale lavorano.
Da un anno il Comitato ha cercato un interlocutore istituzionale in grado di fornire notizie certe circa il futuro dell’ospedale e purtroppo dobbiamo constatare che nessuno ha risposto alle nostre ripetute richieste.
Anche l’ultima riunione operativa della Consulta Regionale contro l’AIDS, che si è svolta nel settembre 2010, non ha prodotto alcunché di concreto. Il 14 di ottobre u.s. in previsione della Giornata Mondiale di lotta all’AIDS hanno richiesto all’assessore Monferino un incontro pubblico, ma è stato risposto di non potere per quella data. A tutt’oggi non ha ancora indicato una data alternativa.
Infine tutti noi abbiamo appreso dai quotidiani che nel piano di riorganizzazione della rete ospedaliera piemontese per l’ospedale Amedeo di Savoia si prevede il trasferimento in altra struttura, e probabilmente anche lo smembramento dei servizi.
Il futuro dell’Ospedale Amedeo di Savoia e delle malattie infettive in Piemonte non è solo interesse delle associazioni che si occupano di HIV/AIDS, ma di tutti e tutte, e a tutti e tutte viene chiesto di sostenere questa iniziativa e andare al presidio.