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martedì 8 febbraio 2011

23. Un giovane drago


C'era una volta, in un mondo antico e misterioso, un giovane drago che stanco di volare, cacciare, vivere in una grotta con la famiglia, decise che era venuto il tempo di "conoscere" il mondo.
Le leggende draghesche narravano che le anime in cerca di loro stesse che avessero raggiunto il Lago d'oro, specchiandosi nelle sue acque, avrebbero visto la loro vera essenza.
Il giovane drago raccolse quindi le poche cose utili per il viaggio, salutò la famiglia e partì. Decise di non volare, di non fare come avrebbe fatto un drago, ma pensò di affrontare il viaggio come uno della specie umana. Il cammino era lungo e la stagione era quella del grande caldo, così trascorrevano i giorni e sulle zampe del giovane drago si accumularono mille e mille leghe, tra monti, pianure e villaggi. Gli incontri furono rari e nei villaggi non erano certo abituati a vedere un drago che passeggiava per il mondo; chiedendo ad alcuni saggi, il giovane drago scoprì che il Lago d'oro si trovava in direzione nord, a molte leghe da quell’ultimo villaggio.
I saggi gli chiesero come mai un drago camminasse invece di volare, si nutrisse di verdure anziché di carne, parlasse con gli uomini anziché ucciderli. Il giovane drago disse che non aveva quel genere di risposta, ma sapeva che voleva cercare se stesso e che al lago avrebbe finalmente trovato delle risposte.
Salutati i saggi, continuò nel suo viaggio e quando calò la notte trovò rifugio in un posto molto strano. C’erano di parecchi pietroni molto alti, rettangolari, conficcati nel terreno e che insieme formavano un cerchio. Il giovane drago accese un fuocherello per riscaldarsi e per grigliare qualche radice, infine si addormentò.
La notte portò con sé sogni meravigliosi; fiori enormi e colorati, suoni melodiosi e incantevoli, immagini della sua infanzia, dolci presenze oniriche. Nel sogno apparve anche il Lago d'oro, ma quando si specchiò nelle sue acque, l'immagine che apparve fu quella di un drago anziano, che non assomigliava assolutamente a lui.
L'indomani riprese il lungo viaggio, giungendo nel pomeriggio in un villaggio dove la povertà e la miseria erano ovunque. Al suo ingresso una vecchia donna, accasciata a terra, gli gridò di scappare, di allontanarsi da lì, perché sul villaggio gravava una maledizione che impediva alle giovani donne di mettere al mondo dei figli. Tutto era iniziato molte lune prima, raccontò la vecchia, quando al villaggio era giunto un uomo dal cuore nero, che aveva ucciso il loro sciamano per scoprire il segreto delle sue arti di guarigione. Da quel giorno sul loro misero villaggio si era abbattuta la sua maledizione e nulla poteva aiutarli.
Sentendo quelle parole il giovane drago si interrogò se sarebbe stato opportuno rimanere, oppure allontanarsi velocemente da quel luogo di morte. Una vocina, proveniente dal cuore, gli disse di rimanere. Entrato nel villaggio andò nella capanna dello sciamano dove trovò una giovane donna intenta a mettere in ordine. Sulle pareti c’erano strani disegni che raffiguravano un drago che passeggiava per un villaggio, un drago in mezzo a delle persone, un drago con in braccio un bambino.
Il giovane drago scoprì infine, parlando con la donna, che erano disegni che lo sciamano aveva fatto negli ultimi giorni della sua vita e che rappresentavano i suoi sogni, quello che gli dei raccontavano al loro santo uomo.
I giorni trascorrevano nella più assoluta tranquillità mentre il giovane drago aveva deciso di fermarsi per conoscere meglio quelle persone che erano molto sofferenti e per trovare un modo per aiutarli, quando un uomo iniziò ad urlare in mezzo al villaggio che la sua donna era incinta. L'incantesimo sembrava essersi spezzato senza che nessuno avesse fatto qualcosa di particolare e nel villaggio tornò velocemente a respirarsi un'aria di serenità e di felicità.
La giovane donna raccontò al resto del villaggio dei disegni nella capanna dello sciamano e tutti ringraziarono il giovane drago per averli salvati. Lui rimase esterrefatto da quell’avvenimento e non capì come la sua presenza avesse cambiato il destino di quelle persone, ma accettò i ringraziamenti, felice che nel villaggio fosse ritornata la vita.
Tornò, prima di lasciare il villaggio, nella capanna dello sciamano e trovò alle pareti dei nuovi disegni, che pochi giorni prima non erano visibili. C’erano nuove immagini come il villaggio in festa, il drago felice e c’erano anche delle parole: "A volte i disegni del destino sono imperscrutabili. Non è importante quello che facciamo. E' importante quello che siamo e quanto è puro il nostro cuore".
Quelle parole fecero riflettere il giovane drago che ripensò alla sua famiglia, alla sua grotta, ai suoi voli. In quel lungo periodo aveva avuto il tempo di riflettere su di sé e sulla sua vita, così decise che era venuto il tempo di fare ritorno a casa, di vivere ascoltando il cuore ed aiutando gli altri giovani draghi a cercare se stessi.
Passarono quindi molte lune da quel ritorno a casa, e il giovane drago era diventato un drago adulto, aveva aiutato molti giovani draghi a scoprire il proprio cuore e ad ascoltarlo, e si sentiva in pace con se stesso, perché aveva trovato un buon motivo per vivere e per essere felice e questo gli bastava.
Passarono ancora molte lune e una notte un sogno gli ricordò il lago, il viaggio, il suo volto rispecchiato nelle sue acque.
Il drago era ormai anziano ed era considerato da tutti il più saggio e moltissimi giovani draghi arrivavano da tutte le parti del mondo per ascoltare le sue parole.
Seppur vecchio, decise che era venuto il tempo di partire, di concludere ciò che un tempo aveva iniziato. Il cammino era lungo e dopo molte lune arrivò di nuovo al villaggio che aveva suo malgrado salvato. Nulla ricordava quello che quel luogo aveva vissuto perché tutto era stato ricostruito con bellissime case, splendide vie piene di persone ed alcuni vecchi si ricordavano di lui. La capanna dello sciamano era ancora lì ed anche i disegni, che raffiguravano un drago anziano in viaggio, un lago e un libro.
Lasciato il villaggio continuò il viaggio ed iniziò a scrivere nel libro i suoi pensieri sulla vita, su come si vivesse cercando la felicità, su cosa cerchiamo e su cosa desideriamo.
Il viaggio arrivò alla sua conclusione quando in un pomeriggio assolato, in lontananza, apparve il Lago d'oro, con le sue acque rilucenti, il senso di pace che circondava l'intero specchio d'acqua e l'assoluta tranquillità che si respirava.
Gli occhi del drago si riempirono di lacrime e quando finalmente si specchiò nelle sue acque vide il muso di un drago anziano e felice. Le lacrime continuavano a scorrere copiose quando si accorse che molti giovani draghi, suoi allievi, erano lì ad aspettare il loro maestro,
gli si strinsero intorno, felici che fosse vivo e avesse raggiunto la meta.
Passarono ancora molte lune, il drago completò il libro, un volume che raccoglieva la sua vita e che tutti i giovani draghi avrebbero letto.
Il libro iniziava così: " A volte bisogna abbandonare tutto per ritrovare se stessi. Andare contro le proprie abitudini, contro le proprie certezze per trovare la felicità ......................"

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