domenica 16 giugno 2024

5146. Recensione del Dott. Tazio Carlevaro del mio ultimo libro

Ecco un nuovo libro sul gioco d’azzardo, dedicato a giocatori eccessivi, a famigliari di giocatori e a operatori. Scritto da un esperto. Già autore di un libro ben strutturato, anni or sono, di cui questo libro non è una seconda edizione, ma, caso mai, un radicale rifacimento. Mi auguro che lo leggano e lo meditino in molti. Non solo noi specialisti, ma anche i politici e gli esperti di salute mentale in genere. Il sottotitolo non li menziona, ma, in fondo, alcune pagine riguardano proprio loro. Pellerano è un educatore specializzato nella presa in carico del gioco d’azzardo. È un uomo attento, preciso, meticoloso, con una grande conoscenza della sua materia ed anche una grande capacità di tradurre quanto scrive in metodi da applicare, per seguire le sue indicazioni. Schede, modalità di azione, “pause di riflessione” su di sé, modalità di “misura” di emozioni, azioni, pensieri... E indicazioni su come fare per saper “scegliere” bene tra un pensiero fortemente emotivo ed un pensiero più legato alla realtà di una nuova vita, necessaria per garantire la propria dignità e la propria indipendenza. Con indicazioni anche pratiche: la lista degli enti e dei luoghi dove rivolgersi, una lista di libri utili a chi desidera approfondire.
Comprende anche una bibliografia aggiornata e adeguata alle tematiche, utile a tutti quelli che si occupano di dipendenze (da sostanza o da comportamenti) per l’ampiezza della visione dell’autore e le indicazioni che trasmette. Per certi versi, ricorda l’ormai antica psicoeducazione di origine svizzera, utilizzata agli inizi. Ma è molto più ricca, più dettagliata, più attuale, ossia meglio mirata al mutare dei tempi, alle leggi italiane e ai giochi che non sono più quelli di un tempo. A questo proposito: se qualcuno desidera approfondire i vari tipi di gioco d’azzardo oggi proposti in Italia, qui ne trova un ampio e dettagliato repertorio, che ne specifica la costruzione e spesso le probabilità. L’introduzione propone uno degli aspetti principali del gioco d’azzardo: la difficoltà che affronta chi ne soffre, se vuole cambiare. Perché è così difficile? Perché ci sono ricadute? È un percorso, rispecchia i cambiamenti delle condizioni di gioco in Italia, e il numero accresciuto di tipologie di gioco, il risultato della pandemia e le motivazioni emotive che facilitano l’entrata nella rete del gioco. Come si fa a cambiare? Come farà anche nei capitoli ulteriori, l’autore descrive il suo tema con una canzone, con la citazione del brano di uno scrittore che se ne intende (Dostojevskii), con la presentazione dei fattori di rischio, di condizionamento e di protezione, e i “segni” di problematica da dipendenza da azzardo. Dà strumenti di misura e estende il suo pubblico anche ai famigliari. Un capitolo utilissimo anche per chi si occupa di altre dipendenze.
Il secondo capitolo tratta della “trappola” cognitiva, secondo cui il caso sarebbe controllabile. Con la magia, oppure con calcoli precisi. Una trappola che può allettare chi volesse guadagnare denaro. Il denaro immessovi è visto come una specie di “investimento”, che poi renderà. Ne dà un esempio reale. Come in ogni altro capitolo, ci sono “esercizi”, la cui “soluzione “si trova alla fine del volumetto. Servono a valutare il grado di comprensione del lettore, e, caso mai, a migliorarne la comprensione: Inoltre troviamo liste di sintomi, e di segni, utili a chi gioca, perché molto soggettivi, ma anche utili ai famigliari, perché li possono notare.
Gli altri capitoli hanno una struttura molto simile. Gli esempi sono ben centrati, le spiegazioni chiare ma brevi, le considerazioni concentrate ma essenziali. Mai scritte in tono saccente. Si presentano, invece, come il discorso di un amico, magari maggiore di età, ma emotivamente vicino.
Il terzo capitolo riguarda molti aspetti che esulano dalla medicina o dalla psicoterapia. Ma che nel vissuto di una persona, o di una famiglia, contano moltissimo. A volte il giocatore non ha una chiara idea dell’uso del denaro. A dire il vero, non solo un giocatore ha simili problemi. Qui il lettore impara come tenere le sue spese sotto controllo. Come gestire il denaro, come farsi aiutare se ha difficoltà. È la strada che lo conduce verso la maturità del pensiero e del comportamento.
Il quarto capitolo tratta delle relazioni del giocatore d’azzardo. La famiglia, le situazioni a rischio. L’ansia e la vergogna. Le menzogne. Le emozioni che ne derivano, e le interazioni con la famiglia.
Il quarto capitolo tratta dell’uso del tempo libero. Bisogna togliere spazio al tempo dedicato al gioco. È necessario trovare altre attività che siano creative e soddisfacenti, altrove, con altre persone. Per non cadere magari in altre dipendenze, un fatto che non contribuisce alla ricostruzione delle abitudini utili di vita.
Il capitolo quinto tratta del craving, ossia dei momenti in cui la spinta al gioco diventa improvvisamente molto forte. Un momento duro, difficile. Che può mettere in difficoltà il risultato del lavoro svolto fino a quel momento. Si tratta di affrontarlo, e di reagire. Con alcuni modi che conviene avere pronti. Perché sono situazioni tutt’altro che rare. Solo con il tempo si affievoliranno. Ed è un aspetto che esiste in tutte le dipendenze, con o senza sostanze.
Di alcune imprudenze l’autore tratta nel sesto capitolo. Il ritorno al gioco “controllato” non è impossibile, ma in chi ha avuto una dipendenza, lo scatto del condizionamento può perdurare molto a lungo. Ci sono distanze che è prudente mantenere, per quanto uno sia “fuori pericolo” da parecchio tempo. Infine, il settimo capitolo tratta di un aspetto indispensabile: una volta abbandonato il gioco e le sue illusioni, come dare una nuova direzione alla sua vita? Come chiedersi quali siano i nuovi obiettivi, alla luce dei valori che uno ha ritrovato? La vita continua: nulla arriva senza sforzi, certo, ma tutto va valutato, prefigurato. La “fortuna” nel senso del giocatore non esiste. La speranza richiede un progetto, e l’impegno per attuarlo.