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sabato 25 ottobre 2014

2587. Mille casi di violenza ogni anno contro gli operatori


A denunciarlo è la SIP, Società Italiana di Psichiatria, che ovviamente racconta della situazione dal suo punto di contatto con i pazienti. L'insulto, la minaccia, la prepotenza e la pressione sono sicuramente aumentati e il passaggio all'atto violento è diventato più frequente come tristemente riporta la cronaca. Le loro osservazioni nascono nell'ambiente psichiatrico, ma analoghe affermazioni, forse meno documentate, possono fornirle gli operatori che lavorano con le Dipendenze e nei Servizi Sociali. Perché sono dei luoghi destinati agli ultimi e quando gli ultimi non hanno nulla da perdere difficilmente se la prendono con il politico di turno, più facilmente aggrediscono il medico che non vuole (può) dare una terapia o un assistente sociale che non vuole (può) dare un sussidio economico. Nell'articolo si sottolinea, a mio parere giustamente, come questo sia un problema di personale, ma anche di strutture intese come luoghi fisici non adatti a ospitare e gestire determinate situazioni di aggressività. Infine nell'articolo viene più spesso ricordato l'uso di sostanze da parte di pazienti psichiatrici e di come incida, ovviamente, sull'aggressività della maggioranza di loro. Il problema è qui soprattutto di ordine organizzativo. In molte Regioni la Psichiatria e le Dipendenze non lavorano insieme, nel senso che non vengono trattate nello stesso ambulatorio. Tutto è separato; o sei un paziente psichiatrico e sei un paziente tossicodipendente, raramente entrambi e raramente c'è la presa in carico congiunta. Così troppo spesso si finisce per passare ore o ore a capire chi è che deve prendersi cura di tale persona, senza alla fine aiutarla in maniera adeguata.

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