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giovedì 1 settembre 2011

320. Il viaggio I


Un arrivederci a chi passerà di qui per caso o a chi invece cercherà queste pagine. Per un po' questo sarà l'ultimo post che potrete leggere, ma vi lascio in ottima compagnia con Charles Baudelaire.

Per il fanciullo, che di mappe e stampe
è appassionato, l’universo è pari
alla sua brama illimitata. Il mondo
come è grande alla luce delle lampade,
e com’è, invece, agli occhi del ricordo,
meschino! Noi partiamo all’alba, colmo
il cervello di fiamma, il cuore gonfio
di rancore e di amari desideri,
e andiamo sul finito degli oceani
cullando l’infinito nostro, l’onda
seguendo nel suo ritmo: lieti, gli uni,
di fuggire una patria infame, gli altri,
l’orrore della loro terra, ed altri,
astrologhi annegati dentro gli occhi
d’una donna, i profumi perigliosi
di una Circe tirannica. Si inebriano
di luce, spazio e di infuocati cieli
per non esser mutati in bestie; il gelo
che li morde e i soli che li abbronzano
lentamente cancellano le tracce
dei baci. Ma può dirsi un viaggiatore
solo chi parte per partire: lieve
ha il cuore a somiglianza del pallone,
non si allontana mai dal suo destino,
senza saper perché dice: partiamo!
[...]

1 commento:

Anonimo ha detto...

a presto, ciao.