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domenica 18 settembre 2011

325. Monferino docet


Su La Repubblica di oggi una interessante intervista al nuovo assessore regionale alla Sanità che spiega alcuni punti della riforma, rispondendo indirettamente alla manifestazione di sabato organizzata dal Pd che ha visto un migliaio di persone scendere in piazza contro la riforma.
I temi sollevati dalla manifestazione sono stati molti come la contrarietà all’accorpamento dell’ospedale di Asti con quello di Alessandria, lo stop alla sperimentazione dei «gruppi di cure primarie», la sforbiciata ai fondi per la cura del disagio mentale e il destino dei Ser.T per la lotta alle tossicodipendenze, ma il neo assessore si concentra soprattutto sugli accorpamenti che secondo il manager garantiranno economie di scala e libereranno delle risorse anche umane da impiegare meglio. In linea teorica condivido l’idea, ma nella realtà non possiamo trasformare del personale amministrativo in personale infermieristico o educativo o medico. Poi se nella sua riforma intende trasformare i laureati in economia e commercio o i diplomati in ragioneria in medici chirurghi e provetti infermieri credo che qualcuno avrà qualcosa da obiettare!
Vorrei dare un consiglio al neo assessore: non pensi ai tanti amministrativi che forse lavorano poco ma che percepiscono un basso stipendio, pensi piuttosto a razionalizzare i tanti dirigenti che lavorano poco ma che hanno uno stipendio elevatissimo, farà sicuramente del bene al sistema sanitario piemontese e libererà moltissime risorse economiche e anche qualche ufficio.


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