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domenica 15 giugno 2014

2362. Giustizia, non vendetta


Simon Wiesenthal scrive questo libro nel 1989, raccontando la lunga serie di
ricerche che lo ha condotto sulle tracce dei tanti, troppi, macellai nazisti. Non tutte le storie finiscono bene e tante volte gli sforzi profusi non sono stati affatto ripagati. Colpisce nel leggere queste pagine di come il popolo austriaco abbia fatto di tutto per dimenticare e mettere il passato velocemente alle spalle. Sembra impossibile mettere insieme un caporale delle SS che uccide a sangue freddo migliaia di ebrei, con l'immagine della stessa persona che torna a casa la sera dalla famiglia, raccontando che la giornata è stata pesante. Non ci si capita di come ciò possa essere avvenuto e di quante volte ancora potrà accadere. Il libro termina con una dedica e un appello ai giovani, che non dimentichino e soprattutto che non si fidino troppo di quello che sentono dire in giro. Occorre andare da chi ha vissuto l'Olocausto e sentirne parlare. Solo in questo modo il racconto prenderà vita e diventerà reale.

Sopravvivere è un privilegio che ti impone dei doveri. Mi sono sempre domandato che cosa potessi fare per quelli che non sono sopravvissuti. La risposta che ho trovato (valida per me e che non ha da essere necessariamente quella di ogni altro sopravvissuto) è la seguente: io voglio essere il loro portavoce, voglio tener vivo il loro ricordo, affinché i morti possano continuare a vivere nel ricordo degli uomini.

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