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mercoledì 29 aprile 2015

3088. Aldo Carpi, un uomo verticale


Titolare della cattedra di pittura all’Accademia di Brera finì in una retata, non in quanto strettamente considerato ebreo, ma in quanto “colpevole” di aver aiutato una sua alunna israelita, che compagni e professori trattavano vergognosamente, come se fosse un’appestata. Aldo Carpi la difese, ma proprio un suo collega lo raccontò ai fascisti, che trasferirono la denuncia agli sgherri delle SS. Carpi fu prelevato a Mondonico, villaggio della Brianza. Avrebbe potuto fuggire, ma non lo fece per non abbandonare la sua numerosa famiglia. Dopo l’arresto, fu portato a San Vittore e poi deportato a Gusen, campo-satellite di Mauthausen, in Austria, dove soltanto il 2percento dei prigionieri riuscì a sopravvivere. Si salvò grazie al suo talento e fu autore – a rischio della vita – dell’unico vero diario in presa diretta all’interno di un campo di sterminio. Un uomo verticale, un Giusto che ha conosciuto e patito le sofferenze più atroci, ma che non si è mai piegato. Una mostra ne ricorda l'impegno nella Sala Napoleonica dell’Accademia di Brera e al Memoriale della Shoah, fino al 29 maggio 2015. 

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