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lunedì 26 dicembre 2016

3920. Pedagogia della speranza


Paulo Freire pubblica in Italia nel 2008 quello che nel sottotitolo definisce un nuovo approccio alla Pedagogia degli oppressi. Personalmente la ritengo un interessante approfondimento di importanti questioni, che l'autore analizza raccontando anche i suoi tanti incontri in giro per il mondo, senza tralasciare particolari autobiografici. Molto bella l'analisi della società e delle tendenze, siamo nel 1992, che già si delineavano all'orizzonte e che ora viviamo un po' tutti, come la globalizzazione e il neoliberismo. Al centro la lotta di classe e l'inevitabilità di un cambiamento che passa attraverso la comprensione del mondo. Compito degli educatori è fornire gli strumenti e non riempire di contenuti gli educandi, in un percorso sempre dialogico.



Una delle categorie più importanti, perché fonte di riflessioni negli scritti della Pedagogia degli oppressi, è il cosiddetto “inedito possibile”. É una categoria poco commentata e probabilmente poco studiata, che rinchiude in sé una fede nel sogno possibile e nell'utopia che verrà – dal momento che quelli che scrivono la storia così vogliono – speranze proprie di Freire.

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