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domenica 2 giugno 2019

4766. Hitler


Ian Kershaw pubblica in Italia nel 2016 questa versione, che è la sintesi di due volumi pubblicati a cavallo del nuovo millennio. Una lettura di oltre mille pagine che descrive in maniera esaustiva e precisa come un ex studente di storia dell'arte perdigiorno sia riuscito a trascinare il mondo in una guerra, segnando il destino di milioni di persone. Una lettura che non offre alibi al protagonista, ai tanti comprimari e a tutta la popolazione tedesca, perché tanti lo hanno sostenuto, andando “incontro al volere del Führer”.

Mai nella storia una rovina di tali proporzioni, morali e materiali, è stata associata al nome di un solo uomo. I capitoli precedenti hanno mostrato che essa ebbe radici e cause più profonde degli obiettivi e degli atti di costui. Non meno evidente è che nella sua discesa verso siffatti inesplorati abissi di barbarie, il regime nazista poté avvalersi di un’ampia complicità del corpo sociale a tutti i livelli. Ma a buon diritto il nome di Hitler figurerà per sempre come quello del principale istigatore della più immane catastrofe della civiltà moderna. La forma estrema di dominio personale che un demagogo da birreria di scarsa cultura, razzista, bigotto, narcisista, megalomane e sedicente redentore della patria fu messo in condizione di acquisire ed esercitare in uno stato moderno, economicamente evoluto, e di grandi tradizioni culturali, noto per i suoi filosofi e i suoi poeti, rivestì un’importanza assolutamente decisiva nel terribile succedersi di quei fatali dodici anni.

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