In questo distretto si incontrano anche le Catacombes, La Coupole, il cimetière du Montparnasse, la Gare Montparnasse, la Chapelle Sainte-Jeanne-d'Arc de Paris, la Chapelle du Couvent Saint-François, l’Église Notre-Dame du Rosaire, l’Église Notre-Dame du Travail, l’Église Saint-Dominique, l’Église Saint-Pierre de Montrouge, l’Église Réformée de Paris-Plaisance, l’Église Évangélique Baptiste, la Prison de la Santé, molti ospedali, l’Observatoire de Paris, il Lion de Belfort, l’Hôtel de Massa, la Gare de Denfert-Rochereau e la Cité internationale universitaire de Paris.
Catacombes
Catacombes |
Dal 1810 sono organizzate delle visite guidate che fino al 1972 venivano svolte con l’ausilio di una candela. Nel 1983 è stata installata la linea elettrica. Nel maggio 2002 le Catacombe diventano ufficialmente un sito dedicato alla storia ed alla memoria della capitale, gestito dal museo Carnavalet.
Il percorso di visita, lungo di due chilometri, necessita di almeno quarantacinque minuti, con 130 gradini a scendere e 83 a risalire, in una temperatura ambientale costante di 14 °.
Questo famoso ristorante è stato aperto nel 1927, da Ernest Fraux e René Lafon, con un nome per eclissare il concorrente café littéraire Le Dôme. Il locale conobbe subito il successo e i primi artisti ed intellettuali ad adottare il luogo furono Jean Cocteau, Joséphine Baker, Man Ray, Georges Braque e Brassaï. Negli anni ’30 frequentarono il ristorante Picasso, Simone de Beauvoir, Jean-Paul Sartre, Sonia Delaunay, André Malraux, Jacques Prévert, Marc Chagall e Édith Piaf, mentre nei successivi anni ‘40 ’50 furono Ernest Hemingway, Marlène Dietrich e Ava Gardner.
All’interno decorazioni art dèco del pittore Alexandre Auffray.
Cimetière du Montparnasse
Cimetière du Montparnasse
Cimetière du Montparnasse |
Il cimitero conta circa 35.000 tombe e accoglie un migliaio di nuove salme l'anno e con i suoi 19 ettari e 1200 alberi rappresenta anche uno dei più importanti spazi verdi della città.
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Costruita nel 1840 fu chiamata “gare de l'Ouest -Rive gauche”, ma divenne ben presto troppo piccola. Nel 1852 venne ricostruita completamente dall'architetto Victor Lenoir e l'ingegnere Eugène Flachat e rimase tale, malgradola guerra, fino agli anni ’60.
Verso la fine del XIX secolo ed all'inizio del XX secolo, accolse numerosi bretoni che arrivano con questa linea per trovare del lavoro, così, molto di essi si insediarono nel quartiere circostante, che diventasse così il "feudo" dei bretoni di Parigi e degli abitanti originari del nord-ovest della Francia. Il 22 dicembre 1895, in uno spettacolare incidente, la locomotiva a vapore del treno Granville-Parigi non si fermò a causa dei freni difettosi e sfondò la facciata della stazione. Alla fine degli anni ‘30 fu inaugurata la "stazione del Maine" costruita in stile Art déco, che diventò l'origine ed il capolinea dei treni delle grandi linee, mentre la vecchia stazione, diventata troppo stretta e troppo corta, fu riservata al traffico con le periferie. Negli anni ’60 l’area viene inclusa in un nuovo progetto immobiliare che sposterà la nuova stazione di alcune centinai di metri e sul sito originario verrà costruita la tour Montparnasse. La nuova realizzazione degli architetti Eugène Beaudouin, Urbain Cassan, Louis de Hoÿm de Marien, Raymond Lopez e Jean Saubot, l’ha resa indistinguibile dall’esterno. Nel 1990, in occasione del collocamento in servizio del TGV Atlantique venne trasformata nuovamente, rendendola meglio identificabile con una facciata di vetro, chiamata la porte Océane. Al suo interno si trova il jardin Atlantique, un museo sulla Resistenza e nella hall principale si possono ammirare la grande composizione murale di Victor Vasarely.
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