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sabato 7 luglio 2012

1115. In Cina manifestazione blocca la costruzione di una fabbrica di rame


Qualcosa, chiamala coscienza ecologica o attenzione alla salute, si sta muovendo nell’operosa Cina. Decine di migliaia di persone sono scese in piazza e la polizia ha reagito con bastoni e lacrimogeni lasciandosi alle spalle un numero non verificabile di feriti, di arresti e, forse, un morto (negato dalle autorità). La protesta e le immagini della repressione sono presto circolate su internet. Così si è appreso che la mobilitazione era cominciata da una scuola superiore e da lì si era diffusa nelle altre scuole e poi tra i cittadini. Alla velocità del web: il 29 giugno il governo ha annunciato il progetto, il primo luglio gli studenti hanno scritto il volantino e il 2 luglio buona parte della cittadinanza era in piazza.
Alla fine la protesta ha vinto. Il governo locale di Shifang ha annunciato in un comunicato ufficiale che il progetto da 1,3 miliardi di euro è stato cancellato, almeno fino a quando non troverà il consenso della popolazione.
L’unica via per uscire dal labirinto dell’economia capitalistica è aumentare i diritti di tutti i Cinesi, Indiani e di quella massa di milioni di persone che lavorano al limite della schiavitù, senza diritti e senza nessuna attenzione all’ambiente. Solo allora smetteranno di smantellare tutti quei diritti che faticosamente sono stati conquistati negli ultimi 50 anni. Nella speranza che non sia troppo tardi per tutti.

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