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mercoledì 17 ottobre 2012

1355. Non basta la laurea per avere un posto di lavoro decente



Non è certo una novità. Saranno almeno dieci anni che la situazione è di questo genere, se non di più. L’ennesima ricerca sui precari sancisce dati già tristemente noti.
La laurea non è più un lasciapassare per accedere a un'occupazione stabile. A meno ché non si tratti di una laurea "tecnica": oggi il "saper fare" conta più del semplice "sapere". Infatti i laureati in ingegneria, architettura o scienze mediche hanno una probabilità di precarizzazione intorno al 10%, pari alla metà dei laureati in discipline umanistiche o dei diplomati in istituti magistrali, licei artistici e linguistici. Per chi si è diplomato in un istituto tecnico la probabilità di precarizzazione è del 12,6%, non distante da quella di un medico o un ingegnere. L'altro scotto da pagare per i precari è la disparità di salario: un precario percepisce dal 20% al 33% in meno nella retribuzione netta mensile rispetto a un collega non precario. Sarà per questo che le aziende italiane sembrano così allergiche ai contratti "definitivi", agevolate da leggi nate per aumentare la cosiddetta flessibilità.

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