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mercoledì 24 ottobre 2012

1365. Wilhelm Brasse



É morto a 95 il fotografo di Auschwitz. Matricola 3444, per quattro anni e otto mesi ha immortalato sulla pellicola i volti dei “nuovi arrivi” sfuggiti alle camere a gas e selezionati per lavorare nel lager. Foto da utilizzare per rintracciare i prigionieri in caso di fuga, ma che al tempo stesso scrutano l’umanità delle vittime dell’Olocausto.
Poco più che 22enne, allo scoppio della seconda guerra mondiale, dopo un tentativo fallito di fuga in Francia, Brasse fu bloccato al confine con l’Ungheria. Era il 31 agosto del 1940 quando gli venne offerto di scegliere: la Wehrmacht o il carcere. Preferì la seconda opzione e il giorno seguente fu trasferito con altri 400 detenuti nel campo di sterminio. Qui il giovane, che aveva mosso i primi passi tra pellicole e camere oscure nella bottega dello zio, fu scelto come fotografo ed escluso dai lavori forzati. Ma a un alto prezzo che ha continuato a pagare per il resto della sua vita, segnata dall’angoscia di essere stato osservatore impotente del più grande sterminio di massa. 
Se guarderai a lungo nell'abisso, anche l'abisso vorrà guardare in te.

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