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lunedì 20 maggio 2013

1787. Saviano e il gioco d’azzardo



Ha parlato di gioco e inevitabilmente ha mosso un polverone, o perlomeno chi
di gioco d’azzardo vive ha messo i puntini sulle i. Personalmente apprezzo Saviano, ma non l’ho mai seguito nelle sue trasmissioni e nei suoi monologhi. L’altra sera ho sentito buona parte dell’intervento a cui si riferiscono e l’ho trovato poco interessante, perchè ha dato dei dati non del tutto reali e si è arrampicato un po’ sugli specchi nel dimostrare una cosa nota: le mafie riciclano il denaro nel gioco d’azzardo. Esiste un movimento di informazioni che sta puntando a creare un assioma tra mafie e gioco d’azzardo, collegamento che certo esiste ed è fin troppo chiaro ma che, a mio parere porta fuori tema. Il problema del gioco d’azzardo non è solo che ci sono le mafie dietro ad alcuni gestori, ma che la grande disponibilità di occasioni di gioco ha incrementato la patologia e impoverito gli italiani. Che poi i gestori continuano a dire che un conto è il volume di denaro che entra nel sistema, un conto quello che rimane a loro, per loro briciole che dividono con l’erario. Il problema è che non dicono che a fronte di, per esempio, 1000 nuove milionari, e voglio essere ottimista, qualche milione di italiani si impoverisce o peggio si rivolge all’usura e al mondo dei finanziamenti. Concentriamo su questi aspetti di redistribuzione di denaro facile, e lasciamo le mafie alla Magistratura.  

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