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giovedì 1 agosto 2013

1963. 14 milioni di euro cambiano la vita

Sono contento che una coppia con figli abbia vinto al superenalotto la bella cifra. Quello che meno mi piace è il racconto che, per l’appunto, raccoglie tutti gli stereotipi della favola a lieto fine, che si avvera grazie alla vincita a un gioco d’azzardo. Questi signori avevano 1 probabilità si 622milioni e il caso ha voluto che vincessero. Non c’è alcuna poesia, nè tantomeno l’idea che la fortuna aiuta chi ne ha bisogno, seppur la signora aveva appena perso il lavoro a causa di una malattia. Fosse successo l’anno scorso, cosa avrebbero scritto? Che la signora, malata, potrà finalmente non lavorare più. Ci vuole sempre la storia commovente, di una famiglia che stenta a vivere, per di più, in una zona che ha visto il terremoto protagonista ancora poco tempo fa. Di sicuro i ricchi non giocano al Superenalotto o al Gratta&Vinci per cambiare le sorti del loro destino, piuttosto portano le lavorazioni o i denari all’estero. Infine la beneficenza e la volontà di ricostruire una scuola a S. Venanzio di Galliera, paese in provincia di Bologna dove vivono. Sono tutte belle cose, non ci sono dubbi, ma perché scriverci un articolo? Questa coppia quanti milioni di italiani deve far sognare?

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