mercoledì 31 agosto 2011

319. Docenti di ruolo contro docenti di sostegno precari

Questa mattina presso l'istituto Pininfarina di Moncalieri ha preso vita una delle tante guerre dei poveri a cui dovremo abituarci.
La vicenda nasce poichè il ministro Gelmini ha ridotto le ore di insegnamento nelle scuole superiori dove ci sono docenti di ruolo, soprattutto di lettere e laboratori, che hanno perso la cattedra e che vengono quindi dirottati a fare un mestiere che non è il loro: l'insegnante di sostegno. Inevitabilmente i docenti di sostegno precari, che hanno studiato per fare questo mestiere, restano a spasso. 
Ormai non c'à più spazio per nessuno, a meno che tu non conosca qualcuno, allora si risolve tutto e sarebbe bello che la smettessero di dire che l'impegno paga! 


lunedì 29 agosto 2011

318. Odio (parte 1)



Odio la prepotenza e tutti quelli che impongono agli altri le loro decisioni.
Odio i politici italiani perché, sia di destra che di sinistra, mangiano tutti nello stesso piatto che noi abbiamo riempito.
Odio chi mi supera in macchina zizzagando da una corsia all’altra pensando di essere il migliore.
Odio i vicini di casa che ridono e si urlano dietro pensando che il loro mondo inizia e finisce tra quelle quattro mura.
Odio i colleghi di lavoro che mi tocca sopportare facendo finta, mentre non me ne frega un cazzo di quello che dicono.
Odio i telefilm americani dove, alla fine, il bene trionfa sul male.
Odio la musica che canta i buoni sentimenti e l’amore, insopportabile per le tragedie che viviamo tutti i giorni.
Odio Studio Aperto, con la sua musichetta a sottolineare il nuovo caso umano da raccontare e spolpare.
Odio l’italiano che si crede furbo non pagando le tasse e viaggiando sulla barca pagata con i soldi evasi e ridendo degli italiani onesti che sbavano dietro quella imbarcazione.
Odio i vestiti firmati, le scarpe firmate, gli orologi firmati e le marche in genere perché io sono quello che sono e non quello che indosso.
Odio la popolazione mondiale che non si domanda cosa è riuscita a fare a questo pianeta, ma controlla on-line il proprio conto corrente.
Odio la sofferenza degli animali inferta dagli essere umani, molto poco umani e molto esseri indegni.
Odio il senso della proprietà e l’accaparramento senza fine, grande segno della decadenza infinita di questa infame società post-capitalistica e post tutto il resto.
Odio me stesso, perché non si può continuare così.

317. XVI° arrondissement di Parigi – Passy (5/6)


Musée Galliera
Musée Galliera
Detto anche museo della Moda, è situata nel palazzo della duchessa di Galliera, edificato tra il 1878 e il 1894 dall'architetto Léon Ginain. Inaugurato nel 1977, fa rivivere la storia della moda mediante prestigiose esposizioni temporanee, permettendo al pubblico di scoprire una parte di un fondo ricco di 90000 oggetti, con sontuosi abiti del XVIII e XIX secolo, opere di grandi sarti e stilisti e gioielli, bastoni da passeggio, cappelli, scarpe, borse, ventagli, guanti e ombrelli completano le collezioni. 
Musée national des arts asiatiques - Guimet
Musée national des arts asiatiques
Il museo si è costituito per iniziativa di Émile Guimet (1836-1918), industriale ed erudito lionese. Grazie ai viaggi in Egitto, in Grecia e il giro del mondo nel 1876, con tappe in Giappone, in Cina ed in India riunisce un importiamo collezioni di oggetti d’arte, che presentò a Lione a partire dal 1879. Si specializza poi in oggetti d’arte asiatica e trasferisce la sue collezioni nel museo che fa costruire a Parigi e che inaugura nel 1889. Rappresenta la più grande collezione di arte asiatica fuori dall'Asia. 
Il museo Guimet gestisce anche il Pantheon buddista - Hotel Heidelbach ed il museo d’Ennery dedicato, anch’esso all'arte asiatica. Tuttavia, mentre le collezioni sono ripartite nel museo per area geografica e secondo un'evoluzione stilistica che ha per scopo la conoscenza della storia delle arti dell'Asia, l'approccio del pantheon buddista è legato più al progetto originario di Guimet poiché il suo scopo è, per la scelta di oggetti particolarmente significati sul piano iconografico, la conoscenza delle religioni, in particolare la forma di buddismo dell'estremo oriente. 
Musée Marmottan Monet
Musée Marmottan Monet
È il lascito dello storico dell’arte Paul Marmottan con il suo palazzo e le sue collezioni del Rinascimento e dell'epoca napoleonica all'accademia delle Belle arti nel 1932. Oltre a opere di François-Xavier Fabre, Louis Boilly, François Gérard, Louis Gauffier e Carle Vernet, possiede la più importante collezione di opere di Monet al mondo. Si può ammirare Impression soleil levant, les Nymphéas dal 1916 al 1919, les Pont japonais, la Cathédrale de Rouen, Effet de soleil e Fin de journée. La presenza dei maggiori autori impressionisti e post-impressionisti rende questo museo uno dei più completi al mondo per i due maggiori movimenti dell'arte del XIX secolo.
Fondation Pierre Bergé Yves Saint Laurent
Fondation Pierre Bergé Yves Saint Laurent
Raccoglie 40 anni di creazioni di moda del famoso stilista, in particolare 5mila vestiti di alta moda, 15mila accessori, disegni ed oggetti diversi e l’archivio stampa. Si svolgono anche esposizioni di moda, pittura e fotografia.
Castel Béranger
È un edificio in stile Art Nouveau, opera di Hector Guimard, costruito tra il 1895 e il 1898. Vinse in quell’anno il concorso di "facciata più bella" di un nuovo edificio cittadino, dando una straordinaria notorietà all'architetto fino ad allora sconosciuto. Castel Béranger si può considerare un vero manifesto dell'architettura Art Nouveau, con ogni dettaglio curato dallo stesso architetto, sia all'esterno che all'interno, e numerosi elementi di pura fantasia che si rifanno alla natura più fantastica. Guimard disegnò i rivestimenti in gres focato e mattoni, i vetri soffiati, le ringhiere e le porte in ferro battuto, i mobili, le carte da parati, le maniglie delle porte, per le quali usò il calco della propria mano.
Castel Béranger
Spiccano l'ingresso con due colonne che sembrano arricciate e il cancello asimmetrico con le tipiche linee "a colpo di frusta". Curiosi sono gli elementi di corredo metallico esterni, come i balconi con mascheroni, i doccioni a forma di draghetto o i fantasiosi cancelli. Il cancello laterale ha due piedritti con un coronamento che ricordano due balene. Guimard stesso vi visse dal 1897 e tra i primi inquilini vi fu anche il pittore Paul Signac, che ne parlò entusiasticamente.
Monumento alla Principessa Diana
Sorge all’inizio del sottopasso dove perse la vita, nel 1997,  la Principessa Diana, Dodi Fayed e l’autista Heri Paul. È la Fiamma della Libertà, riproduzione bronzea di quella che che si trova in cima alla Statua della Libertà, e fu posta nel 1987 dalle aziende statunitensi con sede nella città, per festeggiare il centesimo anniversario della fondazione del quotidiano Internation Herald Tribune. Dopo l’incidente è diventato una sorta di monumento a Lady Diana e molti turisti e curiosi depondono fiori alla sua base.
Monumento alla Principessa Diana        


Gli altri post su Parigi qui

domenica 28 agosto 2011

316. Dente 28 agosto






Canzone romantica del 2007 del poco noto Dente, al secolo Giuseppe Peveri, a suo agio tra le mura della propria camera nel raccontare storie di (non) amore con la consueta attitudine dissacrante.




Dici che mi aspetti
Seduta su una nota
Ma mentre io l'ho sentita
Sei venuta giù
Cosa ti aspetti?
Io non ti capisco più

Mi sembra di andare indietro
Anche se so che andare indietro non si può

Hai bevuto più del dovuto
Hai fatto i fuochi d'artificio
Ma mentre non ti vedevo
Sei scesa giù Fino in fondo
Io non ti capisco più

Mi sembra di andare indietro
Anche se so che andare indietro non si può

Gocce d'acqua sulla faccia
Posso anche considerare
Ma io non sono un fazzoletto
O almeno non più

Lo sai che è già passato un anno
Dal 28 di agosto
Passa il tempo, non si può fermare
Ma nemmeno tu

Cosa ti aspetti?
Io non ti capisco più
Mi sembra di andare indietro
Anche se so che andare indietro non si può

Io non ti capisco più
Mi sembra di andare indietro
Anche se so che andare indietro non si può
Non si può
Andare indietro non si può

sabato 27 agosto 2011

315. Istanti di Jorge Luis Borges


Si pudiera vivir nuevamente mi vida.
En la próxima trataría de cometer más errores.
No intentaría ser tan perfecto, me relajaría más.
Sería más tonto de lo que he sido,
de hecho tomaría muy pocas cosas con seriedad.
Sería menos higiénico.
Correría más riesgos,
haría más viajes,
contemplaría más atardeceres,
subiría más montañas,
nadaría más ríos.
Iría a más lugares adonde nunca he ido,
comería más helados y menos habas,
tendría más problemas reales y menos imaginarios.
Yo fuí una de esas personas que vivió sensata y prolíficamente cada minuto de su vida;
claro que tuve momentos de alegría.
Pero si pudiera volver atrás trataría
de tener solamente buenos momentos.
Por si no lo saben, de eso está hecha la vida,
 sólo de momentos; no te pierdas el ahora.
Yo era uno de esos que nunca
iban a ninguna parte sin un termómetro,
una bolsa de agua caliente,
un paraguas y un paracaídas;
si pudiera volver a vivir, viajaría más liviano.
Si pudiera volver a vivir
comenzaría a andar descalzo a principios
de la primavera
y seguiría descalzo hasta concluir el otoño.
Daría más vueltas en calesita,
contemplaría más amaneceres,
y jugaría con más niños,
si tuviera otra vez la vida por delante.
Pero ya ven, tengo 85 años y sé que me estoy muriendo.
Se potessi vivere di nuovo la mia vita.
Nella prossima cercherei di commettere più errori.
Non cercherei di essere così perfetto, mi rilasserei di più.
Sarei più sciocco di quanto non lo sia già stato, di fatto prenderei ben poche cose sul serio.
Sarei meno igenico.
Correrei più rischi,
farei più viaggi,
contemplerei più tramonti,
salirei più montagne,
nuoterei in più fiumi.
Andrei in più luoghi dove mai sono stato,
mangerei più gelati e meno fave,
avrei più problemi reali, e meno problemi  immaginari.
Io fui uno di quelli che vissero ogni minuto
della loro vita sensati e con profitto;
certo che mi sono preso qualche momento di
allegria.
Ma se potessi tornare indietro, cercherei
di avere soltanto momenti buoni.
Che , se non lo sapete, di questo è fatta la vita,
di momenti: non perdere l'adesso.
Io ero uno di quelli che mai
andavano da nessuna parte senza un termometro,
una borsa dell'acqua calda,
un ombrello e un paracadute;
se potessi tornare a vivere, vivrei più leggero.
Se potessi tornare a vivere
comincerei ad andare scalzo all'inizio
della primavera
e resterei scalzo fino alla fine dell'autunno.
Farei più giri in calesse,
guarderei più albe,
e giocherei con più bambini,
se mi trovassi di nuovo la vita davanti
Ma vedete, ho 85 anni e so che sto morendo.