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domenica 16 dicembre 2012

1470. Francesco De Gregori La leva calcistica del’68



Canzone del 1982 che parla di calcio, di politica e delle occasioni della vita. In questa epoca che ama solo i vincenti, anche se vincono barando, la poesia di questa canzone anima la speranza che si possa essere semplicemente persone.



Sole sul tetto dei palazzi in costruzione,

sole che batte sul campo di pallone e terra

e polvere che tira vento e poi magari piove.

Nino cammina che sembra un uomo,

con le scarpette di gomma dura,

dodici anni e il cuore pieno di paura.

Ma Nino non aver paura a sbagliare un calcio di rigore,

non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,

un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia.

E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai di giocatori

che non hanno vinto mai

ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro

e adesso ridono dentro a un bar,

e sono innamorati da dieci anni

con una donna che non hanno amato mai.

Chissà quanti ne hai veduti, chissà quanti ne vedrai.

Nino capì fin dal primo momento,

l'allenatore sembrava contento

e allora mise il cuore dentro alle scarpe

e corse più veloce del vento.

Prese un pallone che sembrava stregato,

accanto al piede rimaneva incollato,

entrò nell'area, tirò senza guardare

ed il portiere lo fece passare.

Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore,

non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,

un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia.

Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette,

questo altro anno giocherà con la maglia numero sette.


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