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martedì 5 marzo 2013

1639. La testa ben fatta



Edgar Morin, filosofo e sociologo francese, firma questo saggio del 2000. Una lettura necessaria, illuminante e fondamentale per capire un po’ meglio la complessità in cui siamo immersi e di quali cambiamenti la nostra testa ha bisogno per meglio comprenderli. Unire l’infinitamente grande  e l’infinitamente piccolo è possibile, e rappresenta l’unica strada da percorrere per avere una testa bel fatta. Gli insegnanti e gli educatori hanno il compito di favorire questo processo, attraverso una serie di cambiamenti del paradigma dell’insegnamento e dell’educazione.



Prepararsi  al nostro mondo incerto è il contrario di rassegnarsi a uno scetticismo generalizzato.

É sforzarsi a pensare bene, rendersi capaci di elaborare e usare strategie, e, infine, fare con tutta coscienza le nostre scommesse.

Sforzarsi a pensare bene è praticare un pensiero che si sforzi senza sosta di contestualizzare e globalizzare le sue informazioni e le sue conoscenze, che senza sosta si applichi a lottare contro l’errore e la menzogna a se stesso, il che ci riconduce una volta ancora al problema  della “testa ben fatta”.



L’umanesimo ne verrebbe rigenerato. Ricordiamo che l’umanesimo europeo di oggi non ha come sola origine l’eredità ateniese (la sovranità dei cittadini sulla loro città, la sovranità della ragione sul pensiero) e l’eredità giudeo-cristiana (l’uomo a immagine di Dio, Dio che prende forma e carne umane). Esso ha ricevuto l’apporto di quattro scoperte nate nelle scienze e che situano l’essere umano nel mondo sgretolato ogni antropocentrismo. É Copernico che toglie all’uomo il privilegio di essere al centro dell’universo. É Darwin che ne fa un discendente degli antropoidi e non una creatura  a immagine del suo Creatore. É Freud che desacralizza lo spirito umano. Ed è infine Hubble che ci esilia in una delle periferie più lontane del cosmo. L’umanesimo non dovrebbe più essere portavoce dell’orgogliosa volontà di dominare l’Universo. Diviene essenzialmente quello della solidarietà fra umani, la quale implica una relazione ombelica con la natura e il cosmo.


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