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martedì 3 aprile 2012

810. Breve storia di un giocatore di poker online


Sono sempre interessanti le storie personali, dove motivazioni, incontri e casualità si fondono descrivendo così le direzioni che le esistenze prendono. È il caso di Marco, non so se si tratta di un nome di fantasia, che con il poker online guadagna dai 3000 agli 8000 euro al mese, quanto un dirigente di banca, un diplomatico o un avvocato. Ha iniziato nel 2009, attratto da un banner in internet, mentre navigava alla ricerca dei suoi fumetti Bonelli preferiti. Oggi è uno dei giocatori di punta della poker room Virgin, con cui ha instaurato una vera e propria collaborazione e nel 2011 fa il salto di qualità, diventando un vero professionista del Texas hold’em.
Nell’ottica di Marco si tratta di un lavoro in piena regola. “Bisogna organizzarsi, razionalizzare la giornata tra studio, lavoro e vita sociale, darsi degli orari”. Chi gioca online passa dalle quattro alle cinque ore davanti al computer. È questa la durata di una sessione “sit and go” o “cash game”. Più di 24 ore davanti allo schermo se si gioca nei tornei online. In una singola sessione si gestiscono anche 25 tavoli contemporaneamente, tavoli da due fino a sei giocatori. “Chi è abile non ha difficoltà – afferma Marco – ovviamente questo ti estranea dal mondo esterno, se mi chiamano o mi parlano durante la sessione non ricordo nulla”.
“Se si può parlare di dipendenza nel mio caso è più una dipendenza economica e di stile di vita. Se ti abitui alle grandi cifre difficilmente puoi farne a meno e fare un lavoro normale dove guadagni 1500 euro” racconta Marco, nel suo lussuoso appartamento all’Eur “ ma di sicuro non voglio fare questo per tutta la vita, perché richiede un livello di stress mentale notevole”. Secondo Marco sono invece i giocatori meno esperti, quelli improvvisati che possono manifestare vere patologie, cadere nel vortice della dipendenza, del bisogno di vincere ad ogni costo.

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