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mercoledì 18 aprile 2012

865. L‘ndranghetista e il superenalotto


Francesco Pesce, 34 anni detto “u testuni”, reggente dell’omonimo clan di Rosarno, aveva l’abitudine al gioco e rincorreva la fortuna anche dal suo bunker a cinque stelle con sedici telecamere a luci infrarosso. La passione per il SuperEnalotto l’ha però tradito e ad incastrarlo sono stati anche i filmati delle stesse telecamere piazzate dal boss attorno al perimetro del suo nascondiglio. Il Ros e i carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria hanno documentato la consegna delle schedine che il boss affidava ad alcuni suoi fiancheggiatori che avevano il compito di giocarle. Operazioni che sono stati decisive per la sua cattura, avvenuta ad agosto del 2011, all’interno di un bunker costruito dentro un deposito giudiziale di auto a pochi chilometri da Rosarno.
Ma come mai un boss gioca? Per vincere delle importanti cifre oppure per il gusto del rischio e con l’idea di essere baciato dalla fortuna? Tolta l’ipotesi denaro, che credo non fossero un problema, che cosa cercava quest’uomo? Magari un giorno lo verrò a sapere e banalmente scoprirò che era una sua abitudine, come fumare, bere un bicchierino o leggere il giornale.

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