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venerdì 6 aprile 2012

819. Le parole per definire le persone con disabilità


Diversamente abile, diversabile, disabile, portatore di handicap, handicappato e invalido. Dal nome più neutrale a quello più volgare, passando attraverso le sfumature per dire che una persona non ha una capacità nel compiere qualcosa. Le parole sono importanti e anche come vengono usate, perché alcune delle parole scritte sopra sono anche usate come insulto. Chi è differente fa paura, come chi ha un colore della pelle diverso dal nostro oppure parla un’altra lingua oppure arriva da un paese lontano. Tutto quello che esce da una determinata norma risulta insopportabile e va collocato da qualche parte per non creare fastidio. È la vecchia legge dell’amico o nemico che prevale ogni qualvolta si entra in contatto con uno sconosciuto. Se poi lo sconosciuto è anche “strano”, partono le difese per definirlo portatore di qualcosa che non va. Certo abbiamo fatto qualche passo verso la civiltà, visto che persone con disabilità non vengono buttate giù dalla rupe o uccise alla nascita, ma i passi verso una vera integrazione sono solo all’inizio.

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