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lunedì 28 maggio 2012

1005. Quanti Faber ci sono ancora in giro per il mondo?


In questo post non si parla di Fabrizio De Andrè, ma di Klaas Carl Faber, l'SS che ammazzava gli ebrei olandesi e che forse internò Anna Frank. È morto da uomo libero, dopo essere stato riconosciuto colpevole di almeno 22 omicidi e condannato a morte da un tribunale olandese nel '47. Dopo un anno la pena venne commutata in ergastolo, ma nel '52 evase con altri sei nazisti dal carcere di Breda e si rifugiò in poche ore in Germania, aiutato dai neofascisti. Da quel momento si è rifatto una vita a Ingolstadt, la cittadina dove Shelley ambientava gli esperimenti di Frankenstein, trovando lavoro nella grande fabbrica che laggiù occupa tutti: l'Audi. Per decenni l'Olanda ha chiesto l'estradizione, spiccato mandati d'arresto, elevato proteste, presentato prove. Tutto inutile. Israele ha raccolto petizioni, fatto pressioni, offerto informazioni: ancora più inutile. Per un paradosso, e fino alla morte, Faber è stato considerato dai tedeschi un cittadino tedesco a tutti gli effetti, perciò non estradabile, nemmeno nell'Ue.
Esistono ancora persone, se così si possono definite, come lui: il kapò danese Soeren Kam, pure lui diventato cittadino tedesco e libero in Baviera e il croato Milivoj Asner, che l'Austria non consegna perché malato, eppure paparazzato in buona salute agli ultimi Europei di calcio, con buona pace, se così si può dire, della giustizia terrena. Per chi ci crede, ci si può affidare a quella ultraterrena.

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