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giovedì 24 maggio 2012

995. A chi dice che il privato sociale è bello


Alcuni post fa ho scritto della esternalizzione di alcuni asili nido, visto l’impossibilità del Comune di Torino di mantenerli in piedi, a causa dell’uscita dal patto di stabilità. Tutti, sindaco in testa, hanno sottolineato come non cambierà nulla, perché l’amministrazione comunale garantirà la qualità, mentre il privato sociale gestirà gli operatori. Apparentemente sembra una buona soluzione: salviamo capra e cavoli e mi perdonino i 300 precari per questa similitudine. Scrivevo apparentemente perché non si tratta di una soluzione strutturale, ma solo di un rinvio e di una scommessa. Se le cose andranno bene, parlo a livello economico, il Comune potrà pagare indirettamente gli asili nido esternalizzati, che immagino saranno in convenzione, ma se le cose andranno male l’amministrazione comunale non pagherà nulla e questi servizi o diventeranno a pagamento intero, cioè privati, oppure chiuderanno. Analogo caso avviene in questi giorni per i Musei gestiti dal Comune. Le ore di tutti i lavoratori, che sono dipendenti di una cooperativa, verranno tagliate dal 50 al 60%, perché costano troppo. Il privato sociale non fa impresa, campa solo se il pubblico foraggia e solo in rari casi riesce veramente a finanziare se stessa con attività veramente imprenditoriali, per cui smettiamola di esternalizzare, lo dico agli enti pubblici, il cui unico obiettivo è di non avere scontri sindacali con i suoi veri dipendenti.

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