Primo
Levi viene catturato nel dicembre del 1943 e portato a Auschwitz, dove riuscirà
a sopravvivere al campo di concentramento in terra polacca e essere salvato
dall’esercito russo. Ritornato sente impellente il bisogno di raccontare gli
avvenimenti, ma non trova che un piccolo editore che nel 1947 pubblica 2500
copie del libro. La casa editrice fallisce e il libro torna nell’oblio, anche
perché quella “brutta storia” voleva essere dimenticata, rimossa, da un po’
tutti. Nel 1958 la casa editrice Einaudi lo ripubblica e da allora è diventata
la preziosa testimonianza di un uomo che non giudica, ma offre al lettore gli
elementi utili per esprimere un parere su quella incredibile aberrazione
dell’essere umano, la creazione dei lager.
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