Edward
Bunker pubblica in Italia nel 2002 questo bel romanzo autobiografico. È la sua
storia di carcere e delinquenza, la storia di un ragazzino che lo Stato della
California si occupa di educare attraverso riformatorio, carcere minorile e poi
il “vero” carcere. È però la sua intelligenza e la passione per la lettura e i
romanzi che lo “salvano”, ma soprattutto la determinazione nello scrivere e l’ostinazione
che lo portano alla pubblicazione del primo romanzo, alla scarcerazione e all’ingresso
nel mondo del cinema e della letteratura. Un racconto diretto, realistico, che
non lascia spazio alla visione romantica del carcere e che descrive bene anche
i grandi cambiamenti dell’istituzione carceraria americana. Bella infine la postfazione
ambientata a Parigi e le ultime parole di commiato dal lettore.
Sono convinto che chi non legge resta
uno stupido. Anche se nella vita sa destreggiasi, il fatto di non ingerire
quotidianamente parole scritte lo condanna ineluttabilmente all’ignoranza,
indipendentemente dai suoi avere e dalle sue attività.
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