La
settimana scorsa un uomo ha ucciso a coltellate l’anziana
vicina di casa che ha avuto la sfortuna di chiedere la restituzione di 20 euro
che gli aveva prestato a luglio. Questa richiesta e l’uso di shaboo, una
metalanfetamina sintetica utilizzata fra i consumatori di droga orientali,
hanno fatto il resto. Non si saprà mai
quanto l’effetto della sostanza abbia fatto la differenza per far scattare l’aggressività
che covava in quell’uomo, fatto sta che una donna è morta e l’uomo trascorrerà,
forse, molti anni nelle patrie galere. Verrà trattato come un omicida, un
tossicodipendente classico oppure come un giocatore d’azzardo patologico?
Staremo a vedere, tenendo conto che in Italia la patologia del gioco d’azzardo
non è riconosciuta come malattia, per cui il Servizio Sanitario Nazionale che
se ne occupa, almeno in parte, lo fa più per spirito d’iniziativa che per
mandato legale.
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