La tomba di Dalida |
Cimetière de Montmartre
Fu
aperto il 1 gennaio del 1825 nell’area delle vecchie cave di gesso, utilizzato
su larga scala nella capitale. È il terzo più vasto cimitero, dopo il Père-Lachaise
e quello di Montparnasse e conta più di 20mila concessioni, con 500 persone inumate
ogni anno.
La
tomba di Dalida († 1987) è la più visitata e la più fiorita. Tra gli ospiti
segnalo anche Edgar Degas, († 1917), Alexandre Dumas figlio († 1895), Gérard de
Nerval († 1855), Adolphe Sax († 1894), François Truffaut († 1984), André-Marie
Ampère († 1836), Hector Berlioz († 1869) e Jacques Offenbach
(† 1880).
Moulin de la galette
Utrillo |
Visibile
da rue Lepic è di proprietà privata ed è il solo mulino a vento funzionante a Montmartre.
In realtà in passato si trovavano due mulino: il Blute-fin e il Radet,
acquistati nel 1809 dalla famiglia Debray per macinare la farina, ma anche per
la vendemmia e per frantumare altre materie prime. Nel 1870 Nicolas-Charles
Debray apre una guinguette, cioè una cabaret popolare della periferia con
ristorante e sala da ballo chiamandolo nel 1895 Moulin de la galette, dal nome
delle gallette che venivano servite con un vino asprigno coltivato sulla
collina. La direzione era molto rigorosa e allontanava la clientela troppo
povera e malvestita e respingeva le prostitute ed i loro protettori, ma si
racconta che alcune affittassero dei bei abiti per la domenica, circuivano un
cliente e rendevano gli abiti l'indomani. Dagli inizi del ‘900 attori e attrici
riempirono il locale, gustando le galette con un bicchiere di moscato, così
molti pittori lo hanno ritratto come Renoir,
Van Gogh, Picasso, Toulouse-Lautrec, Van Dongen e Utrillo.
La
sala venne chiusa nel 1966, diventò la sede della televisione francese fino al
1974, per diventare successivamente proprietà di un privato con il ristorante.
Cabaret du Lapin Agile |
Cabaret du Lapin Agile
L’edificio
che ospita tutt’oggi il celebre cabaret viene costruito nel 1795 per diventare
un albergo e diventa nel 1869 il Cabaret des Assassins, perché al muro sono
appese dei quadri che rappresentano degli assassini celebri. Tra il 1879 e il
1880 il proprietario dell'epoca chiede al caricaturista André Gill una nuova
insegna, così dipinge un coniglio vestito con una blusa verde e una sciarpa
rossa che scappa dalla pentola a cui era destinato. Ricomprato nel 1886 da una
vecchia ballerina di cancan, Adèle Decerf
allontana la brutta clientela e lo trasforma in un caffè ristorante con
concerti, battezzandolo À ma campagne, con clienti che durante il giorno
frequentano il Chat Noir e il chansonnier
Aristide
Bruant, frequentatore abituale, porta qui Toulouse-Lautrec e Courteline.
All'inizio del XX secolo la Decerf lo vende a Berthe Sébource e a sua figlia Marguerite
Luc e nel 1903 si aggiunge Frédéric Gérard che trasformerà il locale in un
luogo di incontro degli artisti bohèmien di quel periodo. Figura pittoresca della
vita di Montmartre, cantava delle romanze sentimentali o delle canzoni
realistiche accompagnandosi col violoncello o alla chitarra, ma soprattutto non
esitava ad offrire dei pasti e delle bevande nel suo cabaret ai giovani
artisti, in cambio di una canzone, di un quadro o di una poesia. Quando nel
1913 il locale deve essere demolito, viene comprato da Aristide Bruant, che
mette Frédéric Gérard a gestirlo. In questo periodo lo frequentano cantanti
come Pierre Mac Orlan, Roland Dorgelès, Max Jacob, André Salmon, Paul Fort e
Gaston Couté. Apollinaire legge le sue poesie, Picasso dipinge il ritratto di Marguerite
Luc (Femme à la corneille, 1904) e l’attore Charles Dullin fa qui il suo
debutto nel 1902, recitando in maniera allucinata le poesie di Baudelaire,
Villon, Corbière e Laforgue. Dopo la Grande Guerra il locale perde il primato
come luogo di incontro di artisti e scrittori, perché il centro diventerà Montparnasse,
per diventare Saint Germain des Prés dopo la seconda guerra mondiale.
Nel
1922 Aristide Bruant vende il locale a Paulo, figlio di Frédéric Gérard e
sebbene sia un po’ meno alla moda, lo frequentano Pierre Brasseur, Georges
Simenon, oppure le celebrità americane di passaggio nella capitale francese
come Rudolph Valentino, Vivien Leigh e
Charlie Chaplin.
Dopo
la seconda guerra mondiale il locale continua a proporre nuovi artisti e nel
1972 Paulo Gérard cede la gestione del cabaret a suo genero Yves Mathieu, che
propone serate con cantanti e umoristi.
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