mercoledì 19 ottobre 2011

361. XVIII° arrondissement di Parigi – Butte Montmartre (3/6)


La tomba di Dalida
Cimetière de Montmartre
Fu aperto il 1 gennaio del 1825 nell’area delle vecchie cave di gesso, utilizzato su larga scala nella capitale. È il terzo più vasto cimitero, dopo il Père-Lachaise e quello di Montparnasse e conta più di 20mila concessioni, con 500 persone inumate ogni anno. 
La tomba di Dalida († 1987) è la più visitata e la più fiorita. Tra gli ospiti segnalo anche Edgar Degas, († 1917), Alexandre Dumas figlio († 1895), Gérard de Nerval († 1855), Adolphe Sax († 1894), François Truffaut († 1984), André-Marie Ampère († 1836), Hector Berlioz († 1869) e Jacques Offenbach († 1880).
Moulin de la galette
Utrillo
Visibile da rue Lepic è di proprietà privata ed è il solo mulino a vento funzionante a Montmartre. In realtà in passato si trovavano due mulino: il Blute-fin e il Radet, acquistati nel 1809 dalla famiglia Debray per macinare la farina, ma anche per la vendemmia e per frantumare altre materie prime. Nel 1870 Nicolas-Charles Debray apre una guinguette, cioè una cabaret popolare della periferia con ristorante e sala da ballo chiamandolo nel 1895 Moulin de la galette, dal nome delle gallette che venivano servite con un vino asprigno coltivato sulla collina. La direzione era molto rigorosa e allontanava la clientela troppo povera e malvestita e respingeva le prostitute ed i loro protettori, ma si racconta che alcune affittassero dei bei abiti per la domenica, circuivano un cliente e rendevano gli abiti l'indomani. Dagli inizi del ‘900 attori e attrici riempirono il locale, gustando le galette con un bicchiere di moscato, così molti pittori lo hanno ritratto come Renoir,  Van Gogh, Picasso, Toulouse-Lautrec, Van Dongen e Utrillo.
La sala venne chiusa nel 1966, diventò la sede della televisione francese fino al 1974, per diventare successivamente proprietà di un privato con il ristorante.
Cabaret du Lapin Agile
Cabaret du Lapin Agile
L’edificio che ospita tutt’oggi il celebre cabaret viene costruito nel 1795 per diventare un albergo e diventa nel 1869 il Cabaret des Assassins, perché al muro sono appese dei quadri che rappresentano degli assassini celebri. Tra il 1879 e il 1880 il proprietario dell'epoca chiede al caricaturista André Gill una nuova insegna, così dipinge un coniglio vestito con una blusa verde e una sciarpa rossa che scappa dalla pentola a cui era destinato. Ricomprato nel 1886 da una vecchia ballerina di cancan, Adèle Decerf  allontana la brutta clientela e lo trasforma in un caffè ristorante con concerti, battezzandolo À ma campagne, con clienti che durante il giorno frequentano il Chat Noir e il chansonnier
Aristide Bruant, frequentatore abituale, porta qui Toulouse-Lautrec e Courteline. All'inizio del XX secolo la Decerf lo vende a Berthe Sébource e a sua figlia Marguerite Luc e nel 1903 si aggiunge Frédéric Gérard che trasformerà il locale in un luogo di incontro degli artisti bohèmien di quel periodo. Figura pittoresca della vita di Montmartre, cantava delle romanze sentimentali o delle canzoni realistiche accompagnandosi col violoncello o alla chitarra, ma soprattutto non esitava ad offrire dei pasti e delle bevande nel suo cabaret ai giovani artisti, in cambio di una canzone, di un quadro o di una poesia. Quando nel 1913 il locale deve essere demolito, viene comprato da Aristide Bruant, che mette Frédéric Gérard a gestirlo. In questo periodo lo frequentano cantanti come Pierre Mac Orlan, Roland Dorgelès, Max Jacob, André Salmon, Paul Fort e Gaston Couté. Apollinaire legge le sue poesie, Picasso dipinge il ritratto di Marguerite Luc (Femme à la corneille, 1904) e l’attore Charles Dullin fa qui il suo debutto nel 1902, recitando in maniera allucinata le poesie di Baudelaire, Villon, Corbière e Laforgue. Dopo la Grande Guerra il locale perde il primato come luogo di incontro di artisti e scrittori, perché il centro diventerà Montparnasse, per diventare Saint Germain des Prés dopo la seconda guerra mondiale.
Nel 1922 Aristide Bruant vende il locale a Paulo, figlio di Frédéric Gérard e sebbene sia un po’ meno alla moda, lo frequentano Pierre Brasseur, Georges Simenon, oppure le celebrità americane di passaggio nella capitale francese come  Rudolph Valentino, Vivien Leigh e Charlie Chaplin.
Dopo la seconda guerra mondiale il locale continua a proporre nuovi artisti e nel 1972 Paulo Gérard cede la gestione del cabaret a suo genero Yves Mathieu, che propone serate con cantanti e umoristi.


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