Dopo
aver visto la prima stagione della serie tv, ho voluto leggere il
libro da cui è tratta. Scritto da John Douglas con Mark Olshaker,
con il sottotitolo: la storia vera del primo cacciatore di serial
killer americano, racconta come l'FBI abbia iniziato a conoscere e
identificare il fenomeno degli assassini seriali. É Douglas che
descrive la propria esperienza, non solo come profiler di assassini
piuttosto efferati, ma anche e soprattutto di uomo che cerca di fare
la cosa giusta, facendo in modo di fermare le uccisioni seriali o
almeno provandoci. L'agente racconta di come volasse da uno stato
all’altro della nazione per affrontare atrocità inimmaginabili, di
come lavorasse su decine di casi contemporaneamente e di come andasse
a letto con la speranza di sognare i delitti, per avere
un’illuminazione.
Sotto
questo aspetto, Hansen si rivelava molto simile a Monte Rissel.
Entrambi gli uomini erano personalità inadeguate con un passato
difficile. Entrambi si erano accaniti sulle donne che per placarli
avevano finto piacere o sentimenti d'amicizia. Senza sapere che per
queste tipologie ciò che conta è il potere e il dominio della
situazione.
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