Stefano Tassinari pubblica nel 2005 questo romanzo ambientato nei giorni nostri. Il protagonista Emilio Calvesi, affermato professionista ha alle spalle una storia legata ai gruppi eversivi degli anni ’70, una storia superata e cancellata, che però una lettera firmata da una donna riporta in primo piano. Nasce così il racconto di un uomo fuggito da un prevedibile destino, il carcere o la morte, per rileggere la propria avventura nel mondo dell’estremismo militante dove molte persone, ipotizza con un certo criterio l’autore, sono sfuggite alle maglie della giustizia. Una parabola discendente che lo porta ad allontanarsi sempre più da quel secondo mondo costruito sopra una bugia, per cadere sempre più nel gorgo del passato, alla scoperta della sua misteriosa persecutrice.
«… perché chiamarci terroristi va bene a tutti, anche se noi non abbiamo mai colpito alla cieca, né ammazzato passanti, turisti, impiegati di banca, studenti innamorati. Tra terrorismo e lotta armata c’è una differenza abissale, ma a ribadirla oggi si rischia il linciaggio. »
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