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mercoledì 14 marzo 2012

718. Il casinò, costruito dai cinesi, nella foresta cambogiana


Da così......
Il governo ha concesso qualche anno fa un'area di 340 chilometri quadrati all'interno di Botum Sakor a un'impresa cinese di costruzioni, la Tianjin Union Development Group, per realizzare una cittadella turistica dedicata al gioco d'azzardo.
All'estremità meridionale delle Cardamom mountains, in Cambogia, il Parco nazionale Botum Sakor occupa una penisola sulla costa del golfo di Thailandia. Quelle colline digradanti verso la piana alluvionale, una superficie totale di 1800 km quadrati, sono coperte da una giungla tropicale e abitate da specie animali rare e minacciate come l'elefante asiatico, la tigre indocinese, il leopardo.
.....a così?!
Il faraonico progetto include la costruzione di aeroporto, porto turistico, campo da golf, casinò, hotel, bungalow residenziali, area commerciale, ristoranti, negozi e l'impresa la pubblicizza come una «Angkor Wat sul mare». Nell'agosto 2010 sono cominciati i lavori per tagliare la foresta dall'area prescelta e costruire la strada d'accesso, che ormai è quasi pronta: 64 chilometri di strada a quattro corsie attraverso la foresta vergine. Intanto la popolazione locale racconta che il gruppo cinese usa le maniere forti per “convincerli” a sloggiare dai loro villaggi sulla costa. Interi villaggi di pescatori sono stati costretti ad andare nell'interno perdendo, oltre alle case, l'attività con cui si guadagnano da vivere, cioè la pesca. Accaparramenti di terre e spostamento forzato di popolazioni sono assai frequenti in Cambogia, ma ora, lamentano gli attivisti per i diritti umani, con grandi concessioni come quella di Botum Sakor il governo sta dando anche una patina di legalità a queste pratiche.

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