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venerdì 16 marzo 2012

728. Sulla riforma della sanità piemontese così parla Mercedes Bresso


L’ex presidente della regione Piemonte scrive a Lo Spiffero, che pubblica le sue riflessioni: l'unico risultato tangibile finora prodotto dal Piano proposto dalla giunta è la profonda mortificazione di quanti operano nel settore e propone di staccare la spina a Cota, prima che i danni diventino davvero irreparabili.
Condivido la prima riflessione, perché in tutto il marasma mediatico, ci si dimentica un po’ troppo spesso che gran parte del lavoro negli ospedali e negli ambulatori viene svolto dalle persone, e non dai macchinari. Se non rinnovi i contratti agli interinali e ai consulenti, perché questo è successo e se non sostituisci le persone che vanno in pensione, inevitabilmente chi rimane deve fare anche il lavoro che prima facevano altri. Cresce quindi il lavoro, ma diminuiscono le persone impegnate, oltre a aumentare la popolazione che chiede un aiuto agli ospedali o negli ambulatori, così diminuiscono le risorse, soprattutto umane, ma anche economiche e aumentano le richieste. Non è solo con la razionalizzazione che si risolve il problema, e neanche facendo correre gli operatori, perché non sono macchine e prima o poi si mettoni in mutua o crollano. E smettiamola anche di dire che tutti i dipendenti pubblici sono dei fagnani, perché non è vero. Anche qui, come ovunque, esistono le molte persone preparate e coscienziose e le poche che vanno al lavoro solo per lo stipendio.  
Non credo invece che si riuscirà a staccare la spina al governatore Cota, che mi sembra invece molto capace a rimanere in sella, finchè troverà interessante e utile farlo, ovviamente.

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