Mario
Tozzi, noto personaggio televisivo, pubblica nel 2015 questo
interessante saggio, dove analizza quella che lui definisce
tecnologia barocca, cioè qualcosa che non aggiunge nulla a quello
che c'era già in precedenza dal punto di vista del progresso
scientifico. Con un confronto tra quello che c'era e quello che c'è,
auspica un ritorno alla lentezza, alla sperimentazione nel lungo
periodo e alla riflessività.
Viene
un ragionevole dubbio che non sia solo l'uso distorto, ma la via
turbotecnologica moderna che vada respinta in sé, per via dei troppi
sacrifici che richiede, delle troppe risorse che esaurisce e degli
scarsi risultati che, dopotutto, ottiene in termini di benessere
complessivo e generalizzato dell'umanità e dell'intero pianeta. La
tecnologia barocca impoverisce gli animi e sa sempre di escamotage:
qualcosa di eclatante, fatto apposta per stupire a prescindere dalla
sua utilità.
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