Philip
Gosse pubblica in Italia nel 2008 questo saggio che ripercorre in
maniera puntuale e documentata le varie piraterie che si sono
susseguite nei mari del mondo, a partire da Giulio Cesare fin quasi
ai giorni nostri. Una storia di brutalità, violenza e, a volte, di
alti ideali. La prefazione è di Valerio Evangelisti.
Benché
la fine dei pirati abbia privato il mondo di un elemento pittoresco,
è difficile compiangere la loro scomparsa. Tutto considerato, il
pirata non era un personaggio attraente, e più lo guardiamo da
vicino meno ci sembra affascinante. Lo spadaccino pittoresco dalla
cintura sovraccarica di pistole, che vomita torrenti di maledizioni,
sarà un bellissimo soggetto da romanzo, ma nella vita reale
dev’essere stato un personaggio estremamente odioso. Il pirata
romanzesco ed eccentrico è quello che incontriamo di solito nei
libri, questo compreso; ma il vero pirata era in genere un vigliacco
e un assassino, che si sbarazzava delle sue vittime perché i morti
non parlano.
Nessun commento:
Posta un commento