Il
notissimo psichiatra interviene alla conferenza stampa d’apertura
di Enada, la fiera dei produttori del gioco (spesso d'azzardo) e
dell'intrattenimento e dice delle cose perlomeno discutibili. Tra le
tante, forse troppe mi colpisce che usi il termine ludopatia, quando
dovrebbe ben sapere, lui psichiatra, che si chiama disturbo da gioco
d'azzardo, secondo il DSM 5, la bibbia dei disturbi psichiatrici a
cui, anche lui, dovrebbe fare perlomeno riferimento. Anche se non
esistono cifre e quando ci saranno sarà interessante come verranno
gestite (manipolate) un dato è certo: nei Servizi per le dipendenze
pubblici c'è un aumento costante di persone che chiedono un aiuto a
smettere. Molti altri ce l'avranno fatta da soli e poi non si capisce
come negli altri paesi in genere la patologia colpisca l'1-2 percento
della popolazione e da noi molto meno. Infine fa tristezza leggere
che “il giocatore non va in asilo e non è anziano, quindi non
capisco le distanze da luoghi come scuole e centri anziani”. Mai
frequentato un tabacchino? Se vuole gli racconto quanti pensionati si
giocano le pensione e poi ne riparliamo.
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