giovedì 25 gennaio 2018

4286. A proposito di web influencer



In questa società ormai liquefatta i punti di riferimento sono diventati i web influencer. Nulla da dire, sicuramente persone oneste e lavoratrici. Ma, e ce sempre un ma, dove sono finiti i Pier Paolo Pasolini, i Danilo Dolci e i Jean-Jacques Rousseau ad indicare qualcosa di più del capo giusto da indossare per l’occasione, oppure cosa proporre agli ospiti in una cena a casa propria? Sono semplicemente e anche tristemente l’ennesimo simbolo di una società centrata sull’acquisto e sull’apparenza, con milioni di followers che “bevono” quello che gli viene proposto disinserendo il cervello, sempre che siano capaci di elaborare un pensiero intorno a se stessi. Dove diavolo è finito il senso critico, l’indipendenza, la capacità di creare idee e concetti che non siano sempre e solo legati al commercio e quindi all’arricchimento personale? Dove sono finiti in definitiva gli intellettuali perché non sono nel web, di certo non in televisione per cui quale media utilizzano per fare cultura e far intravedere alle persone che si può vivere anche senza il marchio addosso?
Da sempre le masse sono state “gestite” in maniera più o meno diretta, con l’obiettivo di stare buone e servire il potente di turno. Siamo arrivati ad un punto in cui l’individualismo sfrenato, indirizzato quasi esclusivamente a soddisfare un bisogno immediato ed effimero, ha creato l’unico orizzonte possibile per una esistenza effimera però in grado di essere sopportata.
Se è vero che l’esistenza è una battaglia continua e che il concetto di solidarietà emerge sempre più raramente, con quale prospettiva sono state smontate tutte quelle infrastrutture mentali e sociali finalizzate ad un civile e prospero sviluppo, se non l’esercizio predatorio di qualsiasi risorsa, quella umana compresa a vantaggio dell’1percento della popolazione?
Per quanto la lotta di classe sia tramontata, purtroppo le classi esistono ancora e sono molto radicate solo nella loro dimensione economica e non certo come gruppo o forza di cambiamento, ma come scriveva Luciano Gallino se il capitalismo traballa, il neoliberismo ha vinto, con tutte le conseguenze che molti vivono quotidianamente.

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