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venerdì 1 aprile 2011

124. Il cacciatore di androidi - Blade runner


Philip Dick, uno dei più interessanti autori di fantascienza esplora, in questo libro del 1968, a suo modo il tema di cosa è umano e cosa non lo è.
Occorre dimenticare il film Blade runner al quale si ispira, e lasciare che il mondo descritto dall’autore e il suo punto di vista prenda il sopravvento sulle immagini e sulle parole degli attori.
Dopo l’apocalisse nucleare e le sue tremende conseguenze, in una San Francisco del 1992, gli uomini cercano di difendersi dalla pioggia di polvere radioattiva e di avere una vita normale, magari riuscendo a comprare un animale sintetico, divenuti per la loro rarità status symbol.
Anche l'uomo è stato duplicato, creando dei replicanti che sono simulacri perfetti e indistinguibili dall’originale. Per questo motivo sono stati banditi dalla Terra e messi a disposizione degli umani nelle colonie extramondo come schiavi, a volte però decidono di confondersi tra i loro simili biologici per far perdere le proprie tracce e vivere come esseri umani in carne e ossa.
Il protagonista è Rick Deckard, un cacciatore di taglie costretto a ritirare 6 androidi fuggiti da una colonia marziana. Deckard è spinto dalla volontà di acquistare un vero animale per sostituire la sua pecora elettrica morta, ma dovrà scontrarsi con una nuova generazione di droidi, i Nexus 6. Deckard verrà sedotto da Rachel, una droide che susciterà in lui il dubbio di quale sia il confine tra ciò che è organico e ciò che non lo è, ma soprattutto a chiedersi cosa sia davvero un essere umano.
Nell’ultima edizione è stato inserito il titolo originale: Ma gli androidi sognano pecore elettriche?.

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