Pietro
Trabucchi, psicologo, pubblica nel 2012 questo interessante libro,
dove il tema centrale è la resilienza tra gli sportivi, ma anche tra
le persone comuni. La domanda centrale è capire come fanno
determinati atleti non professionisti ad affrontare tutta una serie
di fatiche fisiche e psicologiche senza avere come ritorno il denaro
o la fama internazionale. Si diventa resilienti se si affronta la
fatica fin da piccoli, dove si può sperimentare di farcela anche
giocando e divertendosi, in modo che da adulti non si rifuggano le
fatiche e si faccia invece solo quello che fa piacere.
“Ansia,
tristezza, senso di frustrazione, paura, sono dette a torto emozioni
negative. A torto perché possiedono un'utilità pari a quelle
cosidette positive: esse sono importanti segnali. Ci avertono, ognuna
a modo suo, che qualcosa non sta funzionando.
Nella
nostra cultura questo aspetto è stato rimosso. Invece che
all'ascolto di queste emozioni veniamo educati a sbarazzarcene
immediatamente; pretendendo di sostituire all'istante il disagio con
qualcosa di segno contrario”.
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