Paolo
parla del suo problema con il gioco d'azzardo definendolo un problema
dentro di sé e la chiama malattia emozionale. Spiega quello che poi
succede a molti giocatori che magari prima giocavano alla schedina,
oppure qualche volta hanno scommesso, ma che si arriva a quel punto
per un passaggio emotivo, chi per una separazione chi per il lavoro.
Il suo scatto emotivo è arrivato dal lavoro: «Non mi sentivo
apprezzato e ho iniziato a giocare in modo forsennato. Si arriva a
buttare soldi senza rendersene conto». Il meccanismo è comune: si
dirottano nelle macchinette i soldi delle bollette, accantonati per
la nuova automobile oppure per le vacanze, fino a quando la moglie,
il marito, i figli non lo scoprono.
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