250mila euro sono un
bel gruzzolo a cui non si può proprio dir di no, anche se due anni
fa si deliberava sui massimi sistemi, scrivendo e spergiurando che
mai e poi mai il Comune di Torino avrebbe accettato pubblicità
diretta o collegata alla produzione o distribuzione di tabacco,
superalcolici, materiale pornografico o a sfondo sessuale e gioco
d'azzardo, che genera patologie o dipendenza. Avranno pensato che i
giochi che propone Lottomatica dopo tutto sono innocui passatempi; in
pratica non sussiste nessun problema etico, morale e formale, per cui
le casse comunali possono tranquillamente incassare il denaro.
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