Il Natale lo si ama
o lo si odia. Per me risulta veramente difficile, se non impossibile,
rendere coerenti le immagini e i ricordi di bambino a quelle di oggi.
Non si può tornare a quel periodo, e nemmeno lo desidero, eppure più
che la nostaglia mi avvolge uno strato di tristezza. Forse perché
manca la neve, forse perché invecchio o forse perché in fondo non
ho mai sopportato le feste per forza e solo ora mi posso permettere
di non partecipare a un rito troppo consumistico. I negozi ti
ricordano che è Natale ben due mesi prima, iniziando a vendere
alberi e pastorelli quando ancora gli alberi sono pieni di foglie.
Per non parlare della pubblicità, dove suggeriscono momenti di
felicità a patto che compri quei determinati prodotti. Ma credono
che siamo tutti così eberi? La maggior parte probabilmente lo è,
per cui non si festeggia se manca quel dato oggetto di consumo. Si è
persa la dimensione del rito per inzepparla di cibo e denaro speso,
manipolando lo spirito natalizio a vantaggio del PIL.
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