Jared
Diamond pubblica in Italia nel 2014 questo saggio che cerca di
spiegare come le civiltà scelgono di morire o sopravvivere. Si va
molto indietro nel tempo per giungere ai giorni nostri, nel tentativo
di identificare i fattori che partecipano attivamente al declino o
alla scomparsa di una civiltà. Ma se nel passato scomparivano i
maya, tutto sommato il resto del mondo proseguiva serenamente il suo
sviluppo. Oggi però non è più così e quello che succede in Cina o
in un villaggio sperduto dell'Africa o del Sudamerica ci interessa e
ci condiziona, a volte in maniera pesante. Se oggi non ci prenderemo
cura del nostro ambiente, il rischio sempre più grande è il
collasso planetario.
Una
delle lezioni più importanti che si possono trarre dalle storie dei
maya, degli anasazi, dell'isola di Pasqua e di altre civiltà
scomparse (così come dal recente tracollo dell'Unione Sovietica) è
che un rapido declino può seguire di pochi anni il culmine in
ricchezza, potere e popolosità. Da questo punto di vista, le
traiettorie di queste società non sono simili alla vita di un
singolo individuo, il cui declino si manifesta in genere gradualmente
attraverso un periodo di senescenza prolungata. La ragione è
semplice: un picco massimo di popolazione, di ricchezza, di consumo
delle risorse e di produzione di rifiuti coincide con l'apice
dell'impatto ambientale, fino al punto in cui le risorse disponibili
non riescono più a tenere il passo con lo sfruttamento. Dopo averci
riflettuto, non sorprende affatto che le civiltà tendano a declinare
rapidamente subito dopo aver raggiunto il loro apogeo.
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