Chi
lavora nel sociale finisce agli onori delle cronache raramente. Molto spesso se
qualcuno di loro muore, molto meno spesso per raccontare un mondo che è opportuno
non conoscere in maniera approfondita, tanto ci sono già altri che se ne
occupano. Adeline M., educatrice sociale svizzera, è stata trovata morta dopo
aver preso con sè il detenuto francese Fabrice Anthamatten, condannato a dieci
anni di carcere per violenza carnale, per portarlo in terapia in un centro
sociale alle porte di Ginevra. L’uomo è ricercato, ma la vita dell’educatrice
ormai è stata portata via. Gli educatori, così come la psichiatra Paola Labriola di Bari, conoscono i rischi di un mestiere che li mette a contatto con
persone, che oltre a essere molto sofferenti, possono essere anche molto
aggressive. Malgrado le precauzioni, certi brutti episodi possono capitare e
credo capiteranno ancora, ahimè.
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