Valerio
Evangelisti pubblica nel 2005 questo primo romanzo del cosiddetto
ciclo messicano. Si tratta di una narrazione corale, che attraversa
una trentina di anni della storia del paese, partendo dal 1859 e
terminando nel 1890. I protagonisti a volte scalano velocemente il
potere, trasformandosi da signorotti locali a ministri o presidenti
della neonata repubblica messicana, ma dietro l’angolo c’è
sempre qualcuno pronto a prenderne il posto e la violenza rappresenta
spesso la maniera preferita per scalzare l’avversario. Un mondo
dove il femminile è visto più come oggetto che come soggetto e
anche quando qualche donna prende il comando, finisce spesso per
essere prima stuprata, poi uccisa. Il collare del titolo fa
riferimento al legame ambiguo che il Messico ha sviluppato con i
vicini statunitensi, molto ingombranti e appena usciti dalla guerra
di secessione, con tutte le contraddizioni che essi portano, dal
bisogno di modernità alla necessità di controllare il Paese.
Nessun commento:
Posta un commento