È la
proposta di Francesco Fiore, ex giocatore patologico che impegna
parte del suo tempo per sensibilizzare gli studenti sul tema del
gioco d'azzardo.
Secondo
lui “lo Stato deve attivare percorsi di recupero ed istituire
una figura professionale di tutor che accompagnino i giocatori
compulsivi, che sostengano loro e le famiglie perché da soli non ce
la possono fare”.
Idea molto
condivisibile, ma esistono già dei servizi, pochi e non capillari,
per aiutare chi vuole smettere. Diciamo che è difficile, in prima
battuta, per il giocatore capire che c'è un problema e anche i
familiari spesso sottovalutano la gravità della situazione, perché
non ne conoscono i dettagli. Così spesso si arriva a toccare il
fondo prima di chiedere aiuto. E poi lo Stato non spenderà mai dei
soldi per formare tutti il personale necessario, ahimè, perché
tanti educatori troverebbero un lavoro. Credo che andare di scuola
in scuola e raccontare la sua storia sia un ottimo modo di seminare
un po' di consapevolezza.
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