Olio su
tela di Michelangelo Merisi, più noto come il Caravaggio, dipinto nel 1594 per il
cardinale Francesco Maria Del Monte. Ci sono tre persone al centro
della scena: la vittima, il baro e il complice. É subito chiaro
quali siano i ruoli anche nell'abbigliamento: la vittima indossa
delle vesti scure e semplici mentre i due sono vestiti con un
abbigliamento molto colorato e variopinto. Il malcapitato è intento
a guardare con attenzione le proprie carte e sembra sereno ma
concentrato nel scegliere la mossa successiva mentre l’imbroglione
si avvicina notevolmente alla vittima sovrastandola, per poter meglio
guardare le carte che possiede e suggerirle al baro. Al rilassamento
dei due si contrappone la serenità della vittima. Altro elemento di
contrasto sono gli occhi. Quelli della vittima sono in bella vista
mentre quelli degli imbroglioni, per via delle loro posizioni, sono
visibili solo parzialmente. Il gioco è quello dello zarro, una sorta
di poker moderno, di origine persiana che nel rinascimento era stato
bandito dal Duca di Milano Francesco Sforza con un editto del 1531 in
quanto si riteneva fosse socialmente pericoloso. Secondo alcuni la
morale di questo dipinto è chiara ed è un monito contro il gioco
d'azzardo.
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