Ci
voleva Giovanni Moro, sociologo, che ha scritto il libro “Contro il
non profit”, per raccontare un mondo ricco di contraddizioni, che
mischia senza troppi problemi di coscienza una cooperativa che
assiste i disabili con un ristorante che opera come associazione
ricreativa; un centro fitness con una clinica gestita da un ente
religioso oppure soggetti politici come i sindacati e come
Confindustria.
La
verità è che la confusione di definizioni e di norme che
caratterizzano il non profit, «per molti addetti ai lavori è stata
un buon affare». Con in più, spiega Moro, «un fenomeno deteriore
che si è diffuso moltissimo in Italia: l’esternalizzazione di
servizi pubblici verso cosiddette imprese non profit. Oggi una fetta
elevatissima del sistema del welfare e della sua spesa è gestita in
convenzione, un’esagerazione abnorme. Una scelta che non fa bene né
agli utenti dei servizi, come ha dimostrato il caso del campo
rifugiati di Lampedusa, né alla società».
Sante
parole!
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