15mila
contadini indiani si sono suicidati ogni anno, negli ultimi venti,
perché non riuscivano a sopravvivere. I motivi sono molti, ma sono
stati soprattutto le imprevidibilità climatiche e gli strozzini a
causare questo enorme numero di morti.
La
maggioranza dei contadini, impegnati in attività economiche di
sussistenza e con una vita al margine della soglia di povertà,
investe in sementi molto remunerative, come le coltivazioni
geneticamente modificate in grado di sopportare la siccità estrema
di zone come il Maharashtra e il Madhya
Pradesh. Basta però un evento climatico non
programmato per lasciare una
famiglia sul lastrico, spingendola tra le braccia
degli usurai.
Certo in
India ci sono più di un miliardo di abitanti, ma sono numeri che a
me fanno molta impressione e raccontano un mondo che neanche posso
immaginare.
La notizia
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