“Allora per la prima volta ci siamo
accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la
demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà
ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare:
condizione umana più misera non c’è, e non è pensabile. Nulla più è nostro: ci
hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci
ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il
nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di
fare sì che dietro a quel nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo,
rimanga”.
Primo
Levi, Se questo è un uomo
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